Società

La Reincarnazione: il ciclo delle rinascite.Non si vive una ma tante volte

Quante volte si vive? Una sola oppure tante? A questo proposito le religioni occidentali sostengono la prima ipotesi, quelle orientali, in particolare induismo e buddhismo, affermano che “si prende di nuovo carne” per fare esperienze utili a crescere, purificarsi, evolversi secondo le leggi del karma. Le varie vite sarebbero da paragonare alle diverse classi di una scuola, sempre dunque in progressione.

La dottrina della reincarnazione è patrimonio di fede dell’Oriente: scopo delle molte vite sarebbe quello di purificarsi e fare esperienze ai fini dell’evoluzione e secondo le leggi del Karma. Anche l’Occidente oggi si interessa alla trasmigrazione delle anime e, con, il suo spirito indagatore, va alla ricerca di indizi che la confermano e la casistica,ormai vastissima, è stata raccolta non soltanto in India e nei paesi in cui si crede nella reincarnazione, ma un pò in tutto il mondo.

Come si spiegano questi fatti?

Veramente non si vive una volta sola ma tante?

Le diverse vite previste dalla dottrina della reincarnazione sono regolate dalla legge del Karma, che indica l’effetto delle azioni compiute: positivo per le azioni moralmente valide, negativo per quelle di segno opposto. Nel corso della catena delle esistenze, gli effetti del Karma si manifestano come una legge di causa ed effetto, determinando, di esistenza in esistenza, situazioni tali da equilibrare il karma negativo accumulato nelle vite precedenti.

Reincarnazione e Karma sono quindi due concetti strettamente collegati e tra le molte dottrine che hanno alleggerito il fardello degli uomini, quella della Reincarnazione è certamente la più efficace. Non solo essa spiega perchè si può nascere in mezzo al lusso o in estrema povertà, ma ci fornisce la certezza che gli uomini raccolgono oggi quello che hanno seminato nel passato, cosa che evidentemente vale anche per il futuro in relazione alla vita presente.

Quando si sente parlare per la prima volta della Reincarnazione, naturalmente si suppone si tratti di una dottrina esclusivamente indiana, poichè è risaputo che Induismo e Buddhismo la hanno come fondamento, tuttavia le sue origini non vanno ricercate esclusivamente in questi ambiti, ma ne possiamo trovare tracce fra gli aborigeni della lontana Australia, come pure sappiamo che veniva insegnata dai Druidi dell’antica Gallia di Giulio Cesare.  Anche i filosofi greci, non ultimo Platone con la metempsicosi delle anime, parlavano di Reincarnazione, come pure il Cristianesimo e, nella tradizione ebraica, il Talmud cita diversi casi di Reincarnazione.

C’è comunque un’obiezione che può logicamente contrapporsi al ciclo delle vite; l’obiezione consiste nella domanda “Come mai non ricordiamo le altre vite?” In risposta potremo dire che questa memoria esula dal termine stesso, mentre più si accosta alle reazioni, inclinazioni, avversioni che ognuno prova e sente in maniera inspiegabile. Un esempio che ci può soccorrere in questa riflessione è ad esempio l’innamoramento a prima vista, che vale anche per il caso di un particolare rapporto di amicizia.

Perchè ci sentiamo pronti a sacrificare tutto per questa persona, che almeno nella vita attuale, abbiamo incontrato rare volte? Come avviene che ci sembra di conoscere l’intimo del suo cuore e dei suoi pensieri, con i pochi indizi che ci rivela nei primi rapporti convenzionali?. Potremmo noi far risalire a questi profondi sentimenti che una sorta di nuovo incontro, l’ultimo dei molti, poichè altri ce ne furono nelle vite passate? Per così dire, l’amicizia, l’amore non sorgono, ma continuano, poichè in questi rapporti si esprime il ricordo rimosso dalle passate esistenze.

Non diverso è quella sensazione di avversione reciproca inspiegabile che non è tanto rara nella vita degli uomini. A chi non è capitato di incontrare per la prima volta un’altra persona e sentire dentro di sè, come d’altra parte sente l’altro, un senso di avversione reciproca, non dovuta al gesto esteriore, ma ad una forza interiore e di intuizione? Anche in questo caso la Reincarnazione ci offre la soluzione, con il fatto che, nelle vite passate, la medesima persona ci ha procurato un grande dispiacere.

Che dire poi della figura del genio in qualsiasi arte o scienza? Come poteva Beethoven ed altri come lui, appropriarsi dello strumento e delle noti musicali sin dalla più tenera età? La Reincarnazione ci insegna che queste non sono altro che anime che da tante vite hanno fatto del loro strumento, della loro scienza un punto cardine dei loro studio. Sono anime che hanno vissuto tante, tante passate esistenze, le anime ricordano le esperienze, gli studi, le passioni,le inclinazioni.

Oggi, la prova obiettiva a favore della reincarnazione proviene dalla
regressione a vite precedenti, dal ricordo spontaneo di esistenze precedenti e dalla recente trascrizione di alcuni testi in sanscrito. Nella regressione a vite precedenti  in effetti alcune persone riferiscono accurati dettagli storici delle loro esistenze passate, vissute a volte in un altro paese, e in generale in un secolo diverso. Qualche volta queste persone parlano in una lingua che non conoscono, o mostrano di sapere cose che non hanno mai imparata. Molte volte ci capita di essere in un luogo e riconoscerlo, o di saperne descrivere i particolari anche non avendo avuto la possibilità in questa vita, di esserci già stato.

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