I portoni del carcere gli si sono aperti per aver e aver messo in piedi una società che si avvaleva della manodopera di personale sfruttato, sottopagato e addirittura costretto a vivere in condizioni disumane.La società operante nel settore dell’edilizia aveva dei dipendenti costretti a lavorare in condizioni pietose, il tutto con i classici metodi da caporalato: minacce, intimidazione e il rischio del licenziamento, per altro gli operai provenivano tutti dal Bangladesh, si legge nelle cronache locali che gli uomini venivano costretti a lavorare senza che fosse riconosciuto loro alcun diritto, sottopagati e senza alcun contributo versato e, a quanto pare il Commentale si faceva pagare persino l’uso della doccia a 30 euro!