E’ il boom. Da pratica di nicchia il poker alla texana diviene universalmente noto, complici anche martellanti spot, trasmissioni TV dedicate e sempre più frequenti “incursioni” di giocatori professionisti nei più noti programmi d’intrattenimento popolare. Parallelamente si apre anche la polemica/dibattito: da un lato chi liquida semplicemente il poker come mero gioco d’azzardo, dall’altro chi lo considera vero e proprio gioco di strategia e abilità. Del resto fu proprio il riconoscimento della pratica quale “gioco d’abilita” (almeno nella sua variante “torneo”) a permettere in qualche modo di superare le resistenze legali e morali a una sua regolamentazione e diffusione.
Per chi come il sottoscritto gioca da tempi non sospetti è naturale appartenere alla schiera dei “difensori” considerando il texas hold’em come una disciplina di abilità. Nel gioco è richiesta concentrazione, capacità di valutare i propri avversari e le loro mosse, qualche nozione di calcolo delle probabilità che nel lungo periodo aiuta senza dubbio ad avere un maggior margine di profitto. E poi si, ci sono le carte.
Tra i detrattori ci sono senza dubbio i disinformati, ancora attaccati all’idea di bisca e di giochi pericolosi svolti in locali mal frequentati , i conduttori TV che mirano al facile consenso del loro audience per lo più composto da casalinghe e pensionati, quelli che riconducono tutto a questioni di fortuna o sfortuna, tra cui anche molti giocatori occasionali o approssimativi. C’è da dire tuttavia che l’iniziale terrorismo mediatico intorno al mondo del poker si è abbastanza ridimensionato, anche per merito di una crescente informazione a riguardo. Lasciamo perdere ora qualsiasi questione relativa al business legato al fenomeno: concentrandoci sulla bellezza del gioco in senso stretto testate giornalistiche sportive di tutto rispetto hanno iniziato a raccontarlo proprio come si racconta qualsiasi altro sport, sono nati programmi, forums su internet, riviste dedicate al poker in cui emergono gli aspetti più tecnici che, a dirla tutta, non sono spesso facilmente comprensibili e digeribili dalla massa. E come ogni altro sport il poker ha i suoi campioni, che ormai assumono crescente notorietà anche tra i profani. E’ in preparazione anche il primo film italiano sul fenomeno del texas hold’em, si chiamerà Poker Generation e vedrà oltre il cast di attori anche diverse comparse celebri nel mondo del poker italiano tra cui Luca Pagano, Dario Minieri, Filippo Candio e Fabrizio Baldassarri che dovrebbe uscire a Marzo 2012.