L’integrazione è l’obiettivo condiviso anche dalla CGIL. Bisogna, riteniamo anche noi, andare oltre l’emergenza, costruire un vero sistema di accoglienza, che risolvi il problema umanitario, a partire dalle tragiche condizioni di vita e di sussistenza, affrontando anche il problema della situazione del lavoro dei migranti.
Come CGIL, diamo la nostra disponibilità immediata alla costruzione di questo percorso di legalità, che faccia emergere le condizioni di sfruttamento e di precarietà lavorativa che, inevitabilmente, diventano condizioni precarie di vita.
Il lavoro, è il nodo principale. Sappiamo che molti sono a Rosarno perché espulsi dal mondo del lavoro magari dalla fabbriche settentrionali in crisi, e che con il loro documento di soggiorno, non possono che accontentarsi di alloggi di fortuna in piccole tende da campeggio, nella speranza che una giornata nei campi dia loro il minimo necessario per sopravvivere. E mentre a Rosarno finisce la stagione della raccolta degli agrumi, le loro condizioni sono sempre più disperate. Una stagione anche quest’anno, che ha lasciato i frutti sugli alberi.
E se a Rosarno le cose, non sono cambiate, oggi il Ministro ci pone però davanti ad una sfida. La CGIL è pronta a collaborare affinché quello che i lavoratori stranieri chiedono possa trovare soluzione. Non è certo il silenzio di questi mesi e l’assenza di ieri della Regione Calabria, il metodo che noi accettiamo.
Consideriamo al contrario necessario, come già chiesto nei mesi scorsi, avviare un confronto istituzionale presso la prefettura di Reggio Calabria che, parallelamente all’emergenza, affronti le condizioni di lavoro in agricoltura con le organizzazioni sindacali, le istituzioni, le associazioni di categoria.
Lottare per i diritti dei migranti in agricoltura significa lottare per i diritti di tutti i lavoratori sfruttati e a nero. E in questa battaglia sappiamo sia necessario essere tutti uniti.
Catanzaro, 18 gennaio 2012 CGIL Calabria