Stupro di gruppo: niente carcere? La risposta delle donne

Lo stupro perde importanza giuridica, infatti non sarà più punito con il carcere specie se è di gruppo, infatti il  giudice non è più obbligato a disporre la custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale di gruppo, ma può optare per misure alternative. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione, interpretativa di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010. E’ subito polemica.

Immediata la risposta delle donne.  L’onorevole Giulia Bongiorno, avvocato diventata famosa col processo Andreotti, che ha fondato insieme a Michelle Hunziker “Doppia difesa”  dice: “E’ una sentenza che non condivido. Che ritengo sbagliata. Come donna e come tecnico del diritto”.

Donata Lenzi della presidenza del Gruppo Pd della Camera:  “Sarà un’ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza”, prevede  “Proprio nel periodo che intercorre fra la denuncia e il processo  le donne subiscono maggiori pressioni e minacce e spesso sono costrette a nascondersi. Proprio per questi motivi, ci sembra che per un reato così grave l’interpretazione stabilita dalla Corte sia inopportuna e tenga in scarsa considerazione la realtà delle donne vittime di violenza”.

“E’ aberrante applicare misure alternative al carcere per lo stupro di gruppo”, dice Alessandra Mussolini. “La Cassazione ha lanciato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e a depotenziare tale grave reato. Una donna che vede negato il carcere per i suoi carnefici subisce una seconda violenza – aggiunge la deputata del Pdl – Nessuna misura alternativa può essere accettata da una società che deve tendere a rafforzare i diritti e la tutela delle donne e non a rendere più semplice la vita di chi commette tali orribili reati su di esse”.