Dalla Relazione è emerso un netto aumento dei contatti, che hanno superato i 20mila rispetto agli 11mila del 2010, e delle istruttorie aumentate a 1000, rispetto alle 767 del 2010.
I mass-media, secondo l’Unar, sono i luoghi piu’ frequenti di discriminazione, l’anonimato offerto dalla rete web ne amplifica la risonanza, facendo segnare un lieve incremento rispetto al 2010 che ha portato il dato al 22,6% del totale dei casi pertinenti. Nei posti di lavoro la percentuale di denunce risulta, invece, essere del 19,6%, oltre otto punti superiore a quella del 2010 (11,3%). Piu’ o meno stabile si mantiene il dato rispetto ai casi fatti registrare nell’ambito della vita pubblica (16,7%); mentre sono in flessione (10,9%) i casi relativi all’erogazione di servizi da parte di enti pubblici; c’e’ poi da notare il lieve calo delle discriminazione segnalate rispetto alla casa.
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Considerando, infine, i dati a livello territoriale, il Centro Italia assomma il 32,3% delle segnalazioni, il Nord-Ovest il 27,5%, Nord-Est il 25,9%, Sud e isole il 14,3%.
L’Unar ricorda che l’Italia e’ stata recentemente oggetto di monitoraggio da parte dell’Onu, anche a seguito degli eventi di razzismo verificatisi sul territorio, con particolare riferimento al caso di Firenze del 13 dicembre scorso, e, alla luce della recrudescenza di comportamenti razzisti, nella Relazione si evidenzia la necessita’ ”di un salto di qualita’ per l’adozione, da parte del Governo, di un piano organico di prevenzione e contrasto dei fenomeni di discriminazione razziale”.