Sul territorio nascono comitati e la mobilitazione è forte. A tal riguardo è stato lanciato un appello all’amministrazione di Vernole:
“DELIBERATE PER IL NO alla grande centrale di depressurizzazione connessa alla realizzazione del gasdotto, una sorta di ennesima ITALSIDER nel cuore abitativo e agricolo del Salento, battezzata già dai cittadini la “SEVESO DEL SALENTO”!
ALL’ AMMINISTRAZIONE DI MELENDUGNO:
“DELIBERATE A FAVORE DELL’ ISTITUZIONE DEI SIC COSTIERI PER LA PRESENZA DEI NIDI DI TARTARUGA CARETTA CARETTA SULLE SPIAGGIE E DELLA POSIDONIA OCEANICA NEL MARE”
Al Consorzio delle ditte di Sha Deniz in AzerbaiJan fornitrici del gas l’appello:
ogni gasdotto che dovesse optare per lo sbarco lungo la costa salentina, sia esso di TAP o di qualsiasi altra società, in aree vergini-naturali e/o turistico-balneari e dunque non già industriali, è destinato ad arenarsi nelle sabbie di questa bellissima ed incantevole Regione amata dai suoi cittadini e non solo. Invitate voi stessi le società progettiste dei gasdotti ad adottare altre scelte e soluzioni di sbarco e preferibilmente altri percorsi che salvaguardino il sud Italia, terra a vocazione turistica e non industriale!
VERNOLE E CASTRI’, E TUTTI GLI ALTRI CENTRI VICINI, TEMONO ORA L’ IMPATTO DEVASTANTE DI QUELLA CHE SPONTANEAMENTE I CITTADINI HANNO GIA’ BATTEZZATO COME LA “SEVESO DEL SALENTO” ovvero la grande centrale di depressurizzazione connessa alla realizzazione del gasdotto e che il progetto prevede estesa su ben 9 ettari, un vero e proprio vastissimo impianto industriale con emissioni nocive paragonabili a quella di una centrale termo-elettrica, una sorta di ennesima ITALSIDER nel cuore abitativo e agricolo del Salento, poiché addirittura caratterizzata da camini di emissione persino con torce, ovvero fiamme accese nel cielo, a completa devastazione del paesaggio quotidiano di migliaia di famiglie e turisti, nonché della loro salute e salubrità dell’ intero ecosistema e dei locali prodotti agro-silvo-pastorali.
Già i salentini conoscono gli scenari industriali inquinati della ionica Città di Taranto dalle spaventose tetre suggestioni infernali, e contro cui sono in corso mobilitazioni ambientaliste e politiche fortissime volte a cancellarli, bonificare le aree, rinaturalizzarle e a chiudere con un passato di degrado dell’ambiente e del paesaggio, per questo ora non ci si può permettere di far devastare la costa adriatica e l’occidente del Salento, terra vergine, con un’ ennesima anacronistica mega impattante infrastruttura industriale!!
Venerdì 30 marzo alle ore 18.00 si è svolta un’ assemblea convocata nella città di Castrì di Lecce per coordinare un’azione corale dei cittadini contro il pesante spettro che aleggia ormai sui loro destini da quando la multinazionale TAP (trans adriatic pipeline) ha depositato ufficialmente lo studio di VIA (valutazione di impatto ambientale) al Ministero dell’Ambiente nei giorni scorsi.
Tutti i problemi di notevole impatto di questo gasdotto sono stati generati dall’infelice ostinazione con cui TAP, del tutto trascurando la corale voce di NO levatasi dai cittadini, e sin da subito da tantissimi comitati civici territoriali impegnati nella tutela dell’ambiente e della salute, nonché dalla stessa amministrazione della Città di Melendugno, ha perseverato nella infausta volontà di sbarcare, con una variante al progetto, la sua fisiologicamente impattante infrastruttura in un’area assolutamente non industriale ma bensì naturale, agricola, abitativa e turistica; di un turismo inoltre di alta qualità come testimoniato dai riconoscimenti “Bandiera Blu” più volte conseguiti dalla costa Melendugnese. Una assurda variante ad un progetto che inizialmente prevedeva lo sbarco del pericoloso gasdotto direttamente dal mare nell’ area industriale costiera nei pressi della centrale termoelettrica Enel di Cerano. Pericoloso anche in virtù del rischio elevatissimo di esplosioni che rendono a dir poco folle la scelta ostinata di sventrare i territori densamente e diffusamente abitati di Melendugno , Vernole e non solo, nonché l’area costiera di S. Foca fulcro di un fiorente turismo che conta nei mesi estivi incrementi esponenziali della popolazione presente.
Adesso dai cittadini riuniti nei vari comitati, connessi in rete tra loro, l’ appello si rivolge ai sindaci dei comuni di Vernole e di Melendugno.
Al comune di Vernole e al suo Sindaco massima autorità sanitaria responsabile cittadina si chiede di adottare e varare la medesima delibera già adottata nei giorni scorsi dal comune di Melendugno all’ unanimità per il NO a qualsiasi autorizzazione o parere favorevole al gasdotto TAP.
Si chiede ancora a questi enti democraticamente eletti dai cittadini a tutela del loro territorio e della loro salute, di mobilitare i loro uffici tecnici per l’ invio di dettagliate osservazioni nella procedura di VIA e nei tempi di legge, al Ministero dell’ Ambiente e alla Regione Puglia, avverse al gasdotto e tali da evidenziarne gli innumerevoli poliedrici impatti.
Particolare rilevanza assume la richiesta ora rivolta al neosindaco e a tutta l’ amministrazione giunta Melendugnese: “Dopo l’ importante delibera di NO a TAP urge porre le basi al più presto per l’ instaurazione di quel dovuto sistema vincolistico che solo può fermare validamente lo sbarco del gasdotto nelle marine di Melendugno attraverso la deliberazione della richiesta alle autorità competenti Regione Puglia e Ministero dell’ Ambiente perché siano istituiti d’ urgenza quei SIC (Siti di Interesse Comunitario) ad oggi ancora mancanti.
Quello in mare per l’ estesa presenza delle iperprotette praterie di Posidonia oceanica ben note ai locali sia durante le immersioni sia per l’evidente spiaggiamento di foglie di questa pianta marina sulla costa di Melendugno come di Vernole. Pianta marina che attesta l’elevato grado di salute dell’ecosistema marino in cui è presente e che svolge anche un ruolo importantissimo non solo di natura ecologica ma anche contro l’erosione delle coste. Una presenza lì oggi certifica dagli stessi lavori di indagine scientifica effettuati dai ricercatori assoldati da TAP per le indagini relative allo studio di VIA.
Il SIC per la tutela degli arenili Melendugnesi come quello di Torre dell’ Orso e quello di San Basilio (quest’ultimo a pochi metri dalla falesia di cassano che TAP vorrebbe perforare pericolosamente per lo sbarco del Gasdotto), dove è ormai certificata la nidificazione della iperprotetta internazionalmente tartaruga marina Caretta caretta. Proprio sulla spiaggetta di San Basilio nel 2007 da un nido di Tartaruga nacquero ben 41 tartarughine che presero sotto gli occhi delle telecamere dei ricercatori che attendevano il lieto evento, la via del Mare. Un bellissimo miracolo della Natura che si compie in questi lidi speciali, e che negli anni successivi è stato oggetto di studio nell’ambito del progetto “TartaNet” finanziato dalla Comunità Europea e finalizzato a creare una rete tra i Centri di monitoraggio della specie protetta presenti sul territorio nazionale di cui quello salentino è uno dei pochissimi noti in Adriatico ed in tutto il mediterraneo settentrionale. E’ noto che le tartarughe femmina ritornano a nidificare da adulte nel luogo e sulla spiaggia dove sono nate, ecco perché è essenziale continuare a proteggere questi siti di nidificazione, peraltro tra i più rari del Mediterraneo settentrionale, dove i nidi ad oggi scoperti, scovando occasionalmente nottetempo le tartarughe nell’ atto della deposizione, rappresentano solo una minima parte dei certamente ben più numerosi nidi li continuamente realizzati dalle tartarughe Caretta caretta.
Ed il SIC a tutela delle macchie mediterranea retrodunali con le aree pinetate e l’ estesa Palude di Cassano ecosistemi preziosi ricchissimi di biodiversità e da sottoporre a massima tutela. Un quadro vincolistico sfortunatamente ad oggi mancante che rappresenta una lacuna che oggi l’ amministrazione Melendugnese dimostratasi già attenta al territorio con la recente delibera è chiamata a colmare innalzando così quelle fortificazioni legislative virtuose atte ad impedire lo sbarco de la profanazione del territorio ad opera di TAP.
Già solo quanto qui raccolto ci porta a rivolgerci direttamente al Consorzio delle ditte di Sha Deniz in AzerbaiJan chiedendo che siano esse stesse a lamentare l’assurdità progettuale che sta caratterizzando le iniziative della multinazionale TAP alle quali quest’ultima chiede la fornitura del gas da portare in Europa attraverso il Canale d’ Otranto, e che optando per lo sbarco in un area non industriale sta sollevando infinite preoccupazioni e malcontenti nei cittadini che ora chiedono con forza al Ministero dell’ Ambiente e alla Regione Puglia, anche con uno stato di mobilitazione fatto di Siti In, Convegni scientifici e tecnici, Manifestazioni, azioni legali, di rigettare ogni possibile richiesta di autorizzazione. Ogni gasdotto che dovesse optare per lo sbarco lungo la costa salentina sia esso di TAP o di qualsiasi altra società in aree vergini-naturali e/o turistico-balneari è destinato ad arenarsi nelle sabbie di questa bellissima ed incantevole Regione amata dai suoi cittadini e non solo.
Le forti contrarietà al passaggio non solo attraverso il Salento ma anche nel resto della Puglia e nel centro Italia dei gasdotti provenienti dall’ Asia è un elemento fondamentale che invitiamo il consorzio di Sha Deniz a tenere in seria forte considerazione prima di optare per il gasdotto che dovrà rifornire l’ Europa del loro Gas e di avviare i lavori per la realizzazione dell’ opera.
Comitato NO TAP