Nei confronti dei quattro sottoposti a fermo d’iniziativa dalla squadra mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana, gli investigatori hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza e col passare dei giorni si sarebbe fatto più forte il quadro probatorio nei confronti di Massimo Ciarelli, che ieri di fronte al gip si è avvalso nella facoltà di non rispondere ma si è professato innocente.
Sembra essersi squarciato dunque il muro di silenzio che si era creato in relazione alla spedizione punitiva promossa da Ciarelli la sera del Primo maggio in via Polacchi.
I quattro sono stati rintracciati poco fuori Pescara e non a casa, considerato che dopo l’omicidio molti nomadi hanno lasciato le proprie abitazioni. Sono stati condotti in carcere e sono in isolamento. Potranno avere un colloquio con i rispettivi difensori quando lo disporra’ il gip. Il caso potrebbe non essere chiuso: la Mobile ritiene che all’appello possano mancare una o due persone, considerato che il commando era composto da sei o sette ragazzi.
Sembra essersi squarciato dunque il muro di silenzio che si era creato in relazione alla spedizione punitiva promossa da Ciarelli la sera del Primo maggio in via Polacchi.
I quattro sono stati rintracciati poco fuori Pescara e non a casa, considerato che dopo l’omicidio molti nomadi hanno lasciato le proprie abitazioni. Sono stati condotti in carcere e sono in isolamento. Potranno avere un colloquio con i rispettivi difensori quando lo disporra’ il gip. Il caso potrebbe non essere chiuso: la Mobile ritiene che all’appello possano mancare una o due persone, considerato che il commando era composto da sei o sette ragazzi.