Mediterranews

Tasse? Balzello sulle bibite gassate!

Ci sarebbe una ennesima tassa in cantiere, da quel che si apprende sarebbe la  ‘food tax’ se ne parla moltissimo anche se in realtà il ministro alla Salute ha smentito l’esistenza di questo balzello. Ecco invece che nasce veramente,e  lo dichiara il ministro stesso una nuova tassa sulle bevande, così infatti dichiara il ministro della Salute Renato Balduzzi a Radio Anch’io

“Quella che invece si è concretizzata, o si sta concretizzandoè l’ipotesi di un limitato prelievo di scopo sulle bevande zuccherate e gassate: con un aumento di appena 3 centesimi di euro per ogni bottiglietta da 33 centilitri, secondo le nostre stime potremmo disporre di 250 milioni di euro su base annua”.


Una specie di ‘tassa sull’aranciata’, dunque? “Si tratta semplicemente di un’ipotesi allo studio, aperta alla discussione”, ribadisce il ministro rispondendo ai giornalisti. Un provvedimento che “non sconvolge il sistema, non crea problemi né ai produttori né ai consumatori”, i cui proventi permetterebbero di “rafforzare campagne di prevenzione e promozione di corretti stili di vita” e di definire “alcuni interventi mirati in ambito sanitario”. Ma soprattutto, l’intenzione è quella di lanciare “un messaggio alle famiglie che sottostimano il problema. Le ricerche dimostrano infatti che metà dei nostri ragazzi consumano troppe bevande zuccherate o gassate durante la giornata. Non si tratta di non assumerle più – puntualizza Balduzzi – ma solo di riequilibrare il consumo giornaliero”.

Il panino al salame rimarrà quindi ‘tax free’? “Nelle leggende metropolitane nazionali – risponde il ministro – è uscito anche che avrei intenzione di tassare Nutella e cotechino. Faccio notare che ci potrebbero essere anche dei profili problematici, nell’ipotesi in cui un responsabile pubblico si mettesse in testa di attaccare alcune delle qualità del nostro Paese. Altro discorso, e abbiamo già avviato un tavolo con produttori e ministero Agricoltura – ricorda Balduzzi – è riuscire a fare un accordo con i produttori per diminuire alcune percentuali nei cibi, per esempio i famosi grassi saturi. Ma questo è tutto un altro discorso, che non può essere fatto con la leva fiscale, ma con un accordo mirato”.

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