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L’ombra di Cosa Nostra? Chi ha inseguito l’auto del Procuratore Marcello Viola

La mafia torna a colpire? Dopo anni c’è forse una sorta di risveglio della criminalità organizzata? Un allarmante fatto è avvenuto in Sicilia, le indagini sono in mano alla  Procura di Caltanissetta  che fa opportune verifiche su un episodio avvenuto il19 aprile scorso,quando qualcuno ha inseguito in autostrada  l’auto blindata del procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, che pare sia stata tallonata per 40 chilometri circa.

L’auto misteriosa sarebbe  un’Audi grigia dai vetri oscurati, notata, sulla A29 tra gli svincoli di Alcamo e Segesta e l’inseguimento e’ durato fino al capoluogo.


Viola da Palermo stava andando a Trapani e la blindata su cui viaggiava assieme ai due uomini della tutela e’ stata “agganciata” per alcuni minuti, a una velocita’ che ha raggiunto anche i 200 chilometri orari. I due carabinieri che erano a bordo con Viola, ex pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno preso il numero di targa e sono in corso le verifiche, che finora hanno dato esito negativo, nel senso che ai numeri rilevati non corrisponde il tipo di autovettura: nella concitazione del momento i militari potrebbero essere stati imprecisi, ma si sospetta anche che sull’automobile inseguitrice potesse essere stata applicata una targa falsa. La tutela di Viola non ha fatto in tempo a chiamare soccorsi ne’ a far levare in volo un elicottero, per poi seguire l’Audi, che all’uscita di Trapani ha fatto perdere le proprie tracce. L’episodio e’ avvenuto il giorno prima di un’udienza prevista alla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani, alla quale lo stesso Viola e i suoi sostituti hanno chiesto il sequestro e la confisca del patrimonio dell’imprenditore Carmelo Patti, patron della Valtur, valutato circa cinque miliardi di euro. Al magistrato, che ha inviato una relazione di servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, poi girata per competenza ai pm di Caltanissetta, e’ stata raddoppiata la tutela e ora e’ passato alla scorta, con un’altra blindata al seguito.


Il clima in cui Marcello Viola lavora a Trapani, dove si e’ insediato nel dicembre scorso, e’ molto pesante: la Procura, prima diretta da Giacomo Bodero Maccabeo, non aveva il capo da un anno, per il trasferimento del magistrato lombardo. Negli ultimi mesi sono arrivati una serie di esposti anonimi minacciosi e altri che danno “informazioni” su presunte notizie di reato.

La provincia di Trapani e’ quella in cui dovrebbe trovarsi Matteo Messina Denaro, l’ultimo grande latitante di mafia, l’unico stragista del ’92-’93 non ancora all’ergastolo, come ha ricordato ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella commemorazione dei giudici Falcone e Borsellino, nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, a Palermo. Sebbene la Procura di Trapani non abbia competenza sulle indagini antimafia (riservate alla Dda di Palermo, di cui Viola ha fatto parte fino a pochi mesi fa), ha la possibilita’ di indagare su fenomeni collaterali, in particolare sui patrimoni “sporchi”, cosa che alle cosche da’ sempre molto fastidio.

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