L’operazione «Route 106» ha scoperto inquietanti intrecci tra ndrangheta ed imprenditori. 5 gli arresti. Tra di loro pare ci siano noti esponenti di famiglie mafiose quali : Cataldo, Bruzzese, Alvaro.
A queste famiglie infatti si sarebbe rivolto, scrive il Corriere della Sera, l’ingegner Carlo Parasporo, un impresario noto in provincia di Reggio Calabria per aver ottenuto appalti sulla statale 106 jonica.
La SS 106 Jonica, ricordiamo, dovrebbe congiungere Taranto a Reggio Calabria.
L’ingegnere Parasporo, è a piede libero anche se deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, sembra anche che l’indagine abbia dimostrato che l’ingegnere si sarebbe rivolto a Antonio Cataldo, classe 1956, probabile capo della potente cosca di Locri e Giuseppe Commisso, classe 1947, conosciuto come «u mastru» e probabile uomo di spicco delle ‘ndrine di Siderno, Commisso risulta anche essere stato , condannato a 14 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta Crimine.
Non solo, il contatto con Cataldo e Commisso ha permesso all’ingegnere di interlacciare ipotetici rapporti anche nella zona di San Procopio, area dominata, pare, dagli Alvaro, cosca che ha un ingente quantità di denaro tanto è che risultava essere persino la proprietaria del famoso Cafè de Paris, in via Veneto a Roma.
Sembra anche che gli Alvaro avessero accordato un permesso all’ingegnere per avere protezione sui cantieri e poter poi fare la manutenzione straordinaria sulla Jonica, nell’accordo pare vi fosse anche regimentazione delle acque lungo la strada provinciale di San Procopio, il tutto, scrive il Corriere della Sera sarebbe costato all’imprenditore di Locri 5.000 euro.
Non solo, l’ingegnere avrebbe anche intrattenuto rapporti con alcune famiglie della Piana di Gioia Tauro.