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Inchiesta GDM: speciale inchiesta e nomi. Accertamenti in Calabria e Lombardia

Ancora sequestri di beni legati ad ipotetiche attività legate alla criminalità organizzata e alle ‘ndrine.

I Gico della Guardia di finanza stanno eseguendo in queste ore, 13 perquisizioni a Reggio Calabria e Milano nell’inchiesta della Dda reggina sul fallimento della societa’ Gdm dell’imprenditore Carlo Montesano, indagato insieme all’ex direttore operativo Multiservizi, Pino Rechichi, ed altre tre persone. Montesano e Rechichi sono indagati per bancarotta concordataria, favoreggiamento reale e intestazione fittizia di beni, aggravati dalle modalita’ mafiose.

Intanto ricordiamo che l”imprenditore Carlo Montesano e Giuseppe Rechichi,sarebbero ritenuti dagli investigatori vicini alla   cosca dei Labate di Reggio Calabria,  e, scrive TeleReggioCalabria  che nell’ambito delle procedure fallimentari della Gdm, i due hanno realizzato una serie di operazioni “al fine di agevolare l’attività della ramificata organizzazione criminale ‘ndrangheta ed in particolare della preminente articolazione territoriale denominata Tegano di Archi”.

Inoltre, secondo l’accusa, Montesano e Rechichi attribuivano fittiziamente alla società Sica che secondo l’accusa è  riconducibile a Rechichi mentre  la titolarità di un immobile della Gdm in relazione al quale Montesano corrispondeva a Rechichi 33 mila euro al mese di affitto, canone che secondo gli inquirenti sarebbe particolare.


Non solo, sempre Telereggio riporta che la Gdm aveva trasferito il ramo d’azienda relativo ai supermercati alla Euro Logistick per un importo di 1.037.000 euro e così facendo “distraevano e dissipavano in parte l’attivo patrimoniale della Gdm impedendo peraltro all’amministratore unico della Euro Logistick Marcello Foti di procedere alla rinegoziazione del canone di locazione” pagato alla Sica.

Intanto secondo quanto rilevato dagli inquirenti, l’obiettivo di Carlo Montesano, secondo quanto sostengono i pm nel decreto, era quello di “lasciare l’impresa dissestata nell’impossibilità di esercitare qualsiasi attività economica, di ostacolare gli organi del fallimento nella liquidazione dell’attivio (rendendo difficile la collocazione sul mercato di beni non immediatamente disponibili) e di danneggiare i creditori concorsuali”.

Nell’inchiesta sarebbero indagati anche Piergiorgio Sacco, di 70 anni, residente a Milano e Paolo Montesano (47) di Reggio Calabria, commissari liquidatori della societa; Amedeo Bernardi (63), residente a Rivanazzano Terme (Pavia), Salvatore Sentina (62, residente a Reggio e Nuccio Occhiuto (69), di Villa San Giovanni, uomini di fiducia di Carlo Montesano e Matteo Sala (31), di Lecco, commercialista e consulente di Sacco e Paolo Montesano.

L’inchiesta ha visto anche la perquisizione di diverse sedi tra cui,  Grande Albergo Moramare Spa e uffici della direzione delle strutture ricettive Alta Fiumara Resort di Villa San Giovanni, Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria e Hotel Palace Masoanrìs.

A rivelare il progetto, scrive Telereggio,  è l’imprenditore Marcello Foti, amministratore unico della Logistick poi di fatto esautorato dopo l’arrivo di Carlo Montesano. Deponendo davanti al pm Giuseppe Lombardo, Foti afferma che “a marzo 2012, Nuccio Occhiuto portava in azienda il commercialista Deborah Cannizzaro, a me in precedenza totalmente sconosciuta, la quale, sapute le difficoltà finanziarie della Euro Logistick, si era offerta di acquistare sia la stessa che l’intera Gdm, compresi tutti gli immobili, a mezzo di un fondo allocato in Liechtenstein. Nel dettaglio, l’operazione doveva avvenire attraverso il filtro di una società di Milano al cui interno vi erano un soggetto americano ed uno soggetto di Bergamo di cui non ricordo i nomi.


Solo dietro numerose richieste di chiarimenti da parte mia, di Occhiuto e di Bernardi, la Cannizzaro comunicava che dietro l’operazione ci sarebbe stato il fondo in Liechtenstein. Tutti noi non abbiamo escluso che dietro tale fondo ci potesse essere lo stesso Carlo Montesano, atteso che quest’ultimo mi invitava a rompere i rapporti con la Cannizzaro. Quest’ultima, in una circostanza, parlando della vicenda Rechichi mi evidenziava di essere molto amica di Giovanni Zumbo e che nessuno l’avrebbe mai toccata. A meta giugno 2012, la Cannizzaro mi ha contattato dicendomi che l’operazione era saltata senza fornirmi ulteriori spiegazioni”. Anche l’abitazione e lo studio della commercialista Deborah Cannizzaro sono state perquisite stamani, ma la professionista non è indagata. Lo Zumbo al quale avrebbe fatto riferimento è un commercialista ex collaboratore dell’Aise, accusato di essere una spia al servizio delle cosche alle quali avrebbe fornito notizie su operazioni di polizia che stavano per essere eseguite. (ANSA).

 

Corsivo da Telereggiocalabria

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