Mediterranews

Oro? Un nuovo business per la criminalità organizzata. Effetto crisi in Italia

Oro? Un nuovo business per la criminalità organizzata. Effetto crisi in Italia Crisi economica, politica e sociale, l’Italia ormai è ad un passo del default e, ovviamente a tutto ciò si aggiunge la malavita organizzata che proprio come una malaerba si infila dove e come meglio può.

 Tutti hanno notato che negli ultimi anni nascono un pò ovunque i negozi dove si compra oro. Perchè? Chi li gestisce?

In tempo di crisi nelle città i compro oro nascono come funghi e questo ovviamente sebbene possa sembrare un buon segnale non lo è per nulla. Se si pensa che il commercio legale dell’oro in Svizzera ammonta per l’anno scorso a 20 tonnellate, contro le 73 tonnellate nel 2010 a 64 tonnellate nel 2009. Secondo l’associazione degli orafi italiani (ANOPO), “quasi tutto l’oro esportato da quei negozi viene pagato contanti”.



 Intanto però l’Italia è una sorta di miniera d’oro, tutti l’oro lo vogliono vendere però bisogna stare attenti infatti il settore è a forte infiltrazione mafiosa.

Si legge che il  fatturato generato dalla miriade di negozi è almeno di 14 miliardi di euro, secondo ANOPO, che ha fatto campagna per impedire l’infiltrazione della mafia in questo settore. Attraverso una lacuna giuridica, tali stabilimenti possono ancora evitare il pagamento dell’IVA.
Il prezzo dell’oro era di 244 euro per oncia nel 2002, mentre ora è salito a oltre 1300 euro.
Attualmente però sembra che il 50% dei negozi compro oro siano gestiti da gruppi criminali e, spesso vi sono dei prestanome, l’oro entra lì dentro e sparisce nelle piccole fonderie illegali in meno che non si dica.
Persino il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha detto che il settore aveva creato “un mercato nero che richiede un monitoraggio costante degli ambienti criminali praticanti usura, ricettazione e riciclaggio di denaro sporco”.

Exit mobile version