I due l’estate scorsa avevano violentato una ragazza di 17 anni che li aveva denunciati e mercoledì, minacciandola di divulgare il video del rapporto, hanno tentato di farla salire in macchina dove a bordo, per convincerla, c’era un’altra studentessa minorenne , anche lei vittima di abusi sessuali e di ricatti.
I carabinieri nell’auto di uno dei due, una Fiat Punto intestata alla madre, hanno trovato e sequestrato, una katana (spada samurai), numerosi telefoni, un computer, una fotocamera, chiavi USB, schede memoria e schede telefoniche SIM di varie utenze, sui quali c’erano immagini e video porno. I due operai sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di violenza sessuale, pornografia minorile, tentata violenza privata e porto di arma bianca. I video finora riscontrati, le dichiarazioni raccolte, confermano che i due indagati sono riusciti a condizionare il comportamento di diverse studentesse.