L’Enciclica di Papa Benedetto XVI “Caritas in veritate” compie la missione della Chiesa, annunciando, in nome di Cristo, all’uomo la sua dignità e la sua vocazione alla comunione in Dio e con le persone per uno sviluppo integrale. Il maestro Francesco Guadagnuolo legge questo messaggio pontificio, religioso e sociale del Vangelo, con varie opere, che denotano la complessità e la concretezza della situazione del mondo globale e tecnocratico del nostro tempo. Ognuna di queste opere presenta, infatti, questa complessità con il realismo dei drammatici eventi, e personaggi che hanno segnato il volto disumano dell’umanità. Colpiscono soprattutto le opere che dipingono le diverse povertà sempre più caratteristiche del terzo millennio. Tutte queste opere sono un grido di un modo bisognoso di redenzione, di Cristo, il grande testimone della carità in verità.
Cristo Testimone della “Caritas in veritate”
La mostra apre con la figura di Cristo per rilevare che «Gesù Cristo s’è fatto testimone delle carità nella verità, con la sua vita terrena e, soprattutto, con la sua morte e risurrezione. La carità nella verità è per questo la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera». (CIV, 1) Il Maestro Francesco Guadagnuolo ci fa vedere Cristo Crocifisso, Egli muore per dare giustizia e pace al mondo. Morendo distrugge la morte e proclama la Risurrezione. In basso la crisi economica che incombe sull’umanità globalizzata. A sinistra della tavola pittorica, un volto raccapricciante, la sfigurazione dell’uomo. A destra Benedetto XVI al trono di Pietro predica il Vangelo, annuncio della dignità umana e della vocazione dell’uomo.
Maria madre del Testimone
Francesco Guadagnuolo attraverso Maria che accoglie il Figlio morto ci dice che Ella accoglie tutta l’umanità sofferente, specie quella ancora costretta a vivere nella morsa della fame. Milioni di bambini nei continenti poveri muoiono perché mancano i beni di primaria necessità. Importante in basso a sinistra le due mani con il grano, simbolo del cibo divino. La tavola è ricca di colori luminosi con un impianto compositivo ben costruito.
Il mondo da redimere
Nella tavola di Guadagnuolo si rileva il significato liturgico alla quaresima, preparazione al mistero pasquale, mistero di redenzione del mondo. Mistero di morte e di vita rappresentato dall’altare. I tre personaggi che s’intravedono dietro l’altare sono Martin Luther King profeta dell’uguaglianza, Galileo Galilei testimone della scienza e Pablo Picasso pittore della pace. A sinistra i segni di un mondo da redimere: guerre, terrorismo (l’11 Settembre), bambini angosciati, totalitarismi. Segni di speranza: sviluppo integrale, Solidarnosc, popolazioni che inneggiano alla pace per fermare guerre e per unirci cristiani ad ebrei e musulmani nell’impegno per la pace.
Il materialismo
In quest’opera non descrive il materialismo come pensiero filosofico, ma come espressione antropologica. In alto la creazione michelangiolesca dell’uomo, destinato a vivere in un mondo condiviso. Quest’uomo uscito dalle mani di Dio, va a finire nella mani del potere economico. Guadagnuolo dimostra questo divario di poteri diversi. I soldi girano da una parte assieme ad una comunicazione globale, quando l’Africa sembra di non farne parte. Manca acqua e cibo al continente africano, occorre pertanto prodigarsi per debellare questa piaga. Al centro le mani del potere, mani curate, che non hanno mai lavorato. Al centro del potere sta l’uomo, con le lacerazioni di fame e malattie perdendo così le sue sembianze umane, diventando l’uomo sfigurato. Un altro segno del potere chiamato oro nero di cui vittima è l’uomo. A destra l’Africa dove appare una donna esule in cammino. La sete di una bambina che si disseta con l’acqua di una pozzanghera. In basso la farina cibo essenziale della sussistenza umana che l’industria ormai produce per i ricchi a danno dei poveri. Sulla sinistra un altro potere: il potere delle armi.
Contrasto tra religione e secolarismo
Nella tavola l’artista fa vedere il mondo nella globalizzazione. I due motivi ispiratori di Guadagnuolo sono Morte e Risurrezione di Cristo Gesù. In basso, in grande, un Cristo morto accerchiato da denaro intriso di sangue. Quanta violenza e guerre portano i soldi! Su una banconota una lucertola ha trovato posto. In alto i due emisferi con i continenti dipinti con il colore neutro del nero, simbolo di crisi economica, culturale, religiosa e spirituale. A sinistra, i segni della Risurrezione, speranza di vita eterna. Non è solo il denaro che dobbiamo investire sulla vita terrena, ma imparare a investire soprattutto nel bene e nella pace per le future generazioni.
L’Umanità in cerca di pace
Al centro della sua opera, Guadagnuolo ha messo una scritta Tempo di Pace. Sopra le comunicazioni facilitano i rapporti intercontinentali. Il Premio Nobel Madre Teresa di Calcutta sulla destra. Enormi difficoltà da superare: malattie nella donna malata in alto a destra. A sinistra i grattacieli contrastano con le baracche, essi impediscono qualsiasi comunicazione esigenza della vera pace. Quando arriveremo a questo? Non sono le comunicazioni a portare questo necessario beneficio, non è neanche la conquista spaziale. Quando nel mondo esiste ancora il divario tra ricchi e poveri, si muore ancora di fame e di malattie che falciano il terzo mondo. Questo divario provoca si legge nell’enciclica ”un impatto negativo sul piano economico” perché la ”progressiva erosione” del ”capitale sociale’, ossia di quell’insieme di relazioni di fiducia, di affidabilità, di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civile”. Tempo di Pace sarà solo quando si rispetteranno tutte le popolazioni del mondo. «Il rispetto e lo sviluppo della vita umana richiedono la pace. La pace non è la semplice essenza della guerra e non può ridursi ad assicurare l’equilibrio delle forze contrastanti. La pace non si può ottenere sulla terra senza la tutela dei beni delle persone, la libera comunicazione tra gli esseri umani, il rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l’assidua pratica della fratellanza». (CCC 2302)
L’amicizia fra tutti i popoli
Guadagnuolo continuando con l’umanità in cerca di pace, presenta Gandhi e Madre Teresa impegnati nella loro missione. Al centro della tavola di Guadagnuolo, la mano di un bambino e la mano di un adulto che indicano il pane della solidarietà, accanto le mani di un lavoratore formano un angolo retto. Nel vertice il pane, simbolo di amicizia, di fratellanza e di solidarietà, che culminano nel sacramento dell’Eucarestia. Lavoro e cibo sono necessari per vivere nella pace e nella giustizia. Sotto il Crocifisso un ebreo suona il corno per richiamare i popoli alla riflessione. Interessante il cromatismo, dell’uso dei colori primari, si passa dal celeste agli intensi gialli e rossi che danno suggestione di ottimismo alla scena.
L’Uomo Cristo, speranza dell’uomo e del mondo
Al centro si vedono il contrasto tra cibo naturale e alimentazione artificiale. Il bimbo malato (in alto a sinistra) né è la vittima. Sottostante, il Globo terrestre con i segni irreparabili dell’eco sistema violati dall’uomo. Un altro contrasto sono le guerre continue. Tutte queste forze contrastanti dagli accesi colori convergono al Cristo in Croce, speranza di un Mondo già redento, in alto il grappolo d’uva, simbolo del calice versato per noi.
Segno e strumento della nuova umanità
Nella tavola, Guadagnuolo esprime bene il concetto che Dio ha voluto che l’umanità fosse una sola famiglia riunita nella piazza più famosa al mondo, Piazza San Pietro, dove si radunano i popoli di diverse culture, lingue, e di diversi colori. Sulla sinistra il lenzuolo sindonico, con il volto della Sindone. Gesù ha dato la vita per vedere che gli uomini si amassero l’uno con l’altro. In basso il Colosseo, simbolo di martirio, dove patirono i tanti cristiani che la storia riporta e riconosce. Un monaco di clausura guarda la scena in un cielo colmo di luce crepuscolare e di cristiana speranza.
Lo sguardo di Cristo: principio e fine
La bella tavola molto originale di Guadagnuolo di certo innovativa dal punto di vista cristologico, ci fa vedere un Cristo fuori dall’ambito terrestre, e allo stesso tempo dentro. Il volto del verbo incarnato pur essendo il più immanente nella creazione da lui redenta ne è sommamente trascendente. Per questo il volto di Cristo non ha una posizione di cui abitualmente viene presentato. Il volto concepito da Guadagnuolo non ha una posizione sulla Terra, ma nello spazio-cosmico per cui il volto dipinto ricco di energie pittoriche che sprigionano luce e colore. Guadagnuolo facendo questo non si allontana dalla cristologia cattolica, anzi la colloca nella concezione ultraterrestre. Dio è il creatore di tutto l’universo: principio e fine.
Armonia tra Fede e Scienza
Guadagnuolo in questa tavola ci fa vedere come le scoperte scientifiche non sono in contrasto con la fede. In alto, Dio incarnato che è verità. Al centro l’uomo vitruviano di Leonardo, in basso la sezione di una testa umana, oggetto e soggetto del progresso scientifico odierno. Sotto la Terra vista dalla Luna. A destra e a sinistra Galileo e Einstein e varie scoperte scientifiche positive e negative. A sinistra Guadagnuolo fa vedere il possibile abuso da parte dell’uomo: la bomba atomica.
Petrolio: profitto o inganno?
La tavola di Guadagnuolo presenta l’oro nero, il petrolio, che da energia, ma anche morte. Al centro il disastro del Golfo del Messico; un cormorano in agonia soffocato dalla marea nera. In basso la corsa per i barili pronti per essere trasformati in benzene, che a loro volta inquinano l’aria delle nostre città. Anche in quest’opera, Guadagnuolo pone dei contrasti tra le industrie petrolifere e la povertà degli stessi paesi che la producono. A sinistra e a destra si vedono centrali e uomini al lavoro. Possiamo dire che è un’opera sfida: quando si esaurisce il petrolio quale sarà l’energia alternativa? Forse ci si poteva pensare prima?
Contraddizione a livello di sussistenza
La tavola di Guadagnuolo presenta al centro due figure statuarie, segnate dalle conseguenze del peccato, una rappresenta il dolore, la malinconia e la non comunicabilità in una città prevalentemente ricca, ma priva di valori. L’altra, in alto, un volto umano marmoreo porta i segni dell’ideale spaccato: il valore della sua dignità di persona. Una scritta in cinese “crisi”. Una crisi che attanaglia oriente e occidente. Da un lato, a destra l’occidente con ricchezza di cibi. Dall’altro l’oriente con la scarsezza dei cibi. Ricchezza e soldi contrastano con le mani di un povero barbone che visibile anche a sinistra.
Grido di morte nel deserto delle metropoli
Quello che colpisce in questa tavola sono i bambini. In primo piano il grido di un bambino schiaffeggiato dalla ricchezza delle valute (schiaffo alla povertà). Attorno tecnologie industriali e tecnologiche, con i loro titoli quotate in borsa. Altri bambini in cerca di cibo, il corpicino di un povero bambino senza vita. In più, in alto lo spettro dei disastri naturali.
Natura e umanità in cerca di pace
In alto Guadagnuolo fa vedere la figura di Papa Giovanni XXIII che sta scrivendo sul globo terrestre in nome della sua Enciclica Pacem in Terris. Il Papa auspicava un mondo diverso. Son passati più di 50 anni e siamo ancora allo stesso modo. Infatti, a destra eventi del male: Nazismo, guerre, soldati armi. Guerre fratricide come quella tra palestinesi ed ebrei, in alto un segno di pace la colomba esce dallo zaino di un soldato. A sinistra eventi di distruzione: grandi aree con fiumi inquinati, desertificazione, deforestazione, Chernobyl. Al centro un immigrato disperato porta le mani sul volto, sottostante alcuni segni di pace con il pane e le strette di mani, in segno di amicizia. L’artista ci fa vedere i pericoli che vive il nostro pianeta, se non si arriva al riparo l’umanità potrà un giorno, non molto lontano, non esserci più.
Il mondo redento come voluto da Dio
È forse un’utopia la tavola di Guadagnuolo? No di certo. Sarebbe bello immaginare un mondo così. L’opera esprime una tale delicatezza e serenità che ci fa innamorare di ciò che la vita ci circonda e ci fa star bene. Una vita condivisa con gli altri. In basso si spezza il pane come dono di gratuità. Accanto la natura, gli ulivi, il gregge. Al centro un padre con il figlio vanno incontro alla vita. In alto viene rappresentato, nel letto di morte una madre attorniata dalla bontà dei parenti, si assiste al suo trapasso affidato al Padre attraverso l’angelo. Dall’oscurità la fine di una giornata, con l’alba di un nuovo giorno. Un ragazzo palestinese e un ragazzo ebreo abbracciati camminano sulla stessa terra, sulla stessa via. Ovunque segni di pace, la scritta: io sono la via, la verità, la vita.