Talluto avrebbe riferito importanti informazioni al pm Stefano Castellan, durante delle indagini avviate su un giro di estorsioni nel torinese. A seguito delle parole del pentito, il Il pm Castellani, ha cambiato il capo d’accusa a carico dei 19 imputati, riformulando contestazioni molto più gravi e cioè: associazione a delinquere di stampo mafioso.
Al centro dell’inchiesta i cinque Fratelli Magnis.
La “Locale” di Giaveno si dedicava principalmente al racket dei videopoker.
Talluto agli arresti domiciliari in un luogo protetto, è stato ascoltato in videoconferenza durante le udienze in corso presso l’aula bunker de Le Vallette e ha confermato le rivelazioni già fatte al pm.
Così si apprende da La Stampa “Sono stato affiliato alla “Locale” di Giaveno con una cerimonia di tipo mafioso Il “capo società” era Salvatore Magnis, che manteneva i rapporti con altri esponenti di vertice della ’ndrangheta; mentre suo fratello Ottavio aveva il compito di contattare altri gruppi criminali, tipo “Cosa nostra””.
Le dichiarazioni di Talluto hanno portato il PM a richiedere un 416 bis del codice penale, cioè associazione a delinquere di stampo mafioso. Dovranno, a quanto pare, rispondere di associazione anche i cinque fratelli Magnis Salvatore, Ottavio, Alessandro, Francesco e Roberto.
Secondo Talluto, i cinque fratelli Magnis, in collaborazione con Alfio Siracusa e Michele Rubino, «mutuavano la struttura organizzativa e la ripartizione degli associati» e avevano come referente calabrese Vincenzo Rositano, della cosca Pelle-Gambazza. La «Locale» di Giaveno» si dedicava in prevalenza al racket dei videopoker. Nel 2008 ci furono dissidi con altri clan per una sala bingo di Moncalieri, e Francesco Magnis rischiò di venire ucciso: gli spararono in testa mentre rientrava in casa a Settimo. Si salvò grazie al casco da motociclista.
Fonte La Stampa