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Uranio impoverito, tra negazioni ed evidente. Una questione ancora aperta

foto d'archivio
foto d’archivio

Uranio impoverito, e se non esistesse? E se non fosse correlato con le patologie che hanno portato alla morte a troppi, tanti militari? Un dubbio che continuerà a esistere infat,  il senatore IdV Giuseppe Caforio, Segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, a margine dell’approvazione della relazione finale ha dichiarato: “La Commissione di inchiesta sull’uranio ha compiuto dei fondamentali passi in avanti, cercando di dare delle risposte ai soldati che hanno contratto gravi patologie per aver servito la Patria. Ora però è necessario proseguire con fermezza su questa strada”.  “I risultati raggiunti sono significativi ma insufficienti.

Intanto sulla questione interviene  anche Falco Accame presidente dell’Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e familiari dei caduti (Anavafaf) che invece critica i risultati della commissione di’inchiesta del Senato sull’uranio impoverito.


Se il Senato pare avere affermato che l’Uranio non sia stato usato Accame invece non ne è poi così certo anzi  replica citando i 3761 casi di militari ammalati di tumore e di altre gravi malattie nelle missioni all’estero dal 1981 e domanda alla politica italiana” Se si ritiene che l’uranio non sia nocivo, perche’ mai non dovrebbe essere stato usato dall’Italia visto che e’ piu’ efficace e meno costoso di altre armi?”.  Inoltre, Accame, nel ricordare che i pericoli non arrivano solo da uranio o da nanoparticelle di metalli pesanti ma anche dal torio usato dai missili Milan impiegati in Italia e all’estero, denuncia come “centinaia di vittime sono state erroneamente escluse dai risarcimenti”. Il personale non e’ stato munito di misure di protezione adeguate e anche su questa fondamentale questione nessun provvedimento sanzionatorio e’ stato adottato nonostante che la Commissione abbia le vesti di un Tribunale. Nessuna sanzione nemmeno per quanto riguarda vaccinazioni eseguite in modo improprio nonostante siano stati segnalati specifici casi.


Così si legge in una nota. Intanto però per ora nulla e’ stato realizzato per le bonifiche dei poligoni italiani. La somma stanziata di 75 milioni non basta neppure non solo per le bonifiche per le decine di poligoni italiani implicati, ma nemmeno per la recinzione delle aree piu’ a rischio. Completamente errate le valutazioni iniziali dei costi. Nulla – affermaa ancora Accame – e’ stato realizzato di concreto per le analisi epidemiologiche in Sardegna (e dovrebbero riguardare anche tutti gli altri poligoni).

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