Questa cancellazione – continuano i consiglieri – impedisce il rispetto della parità di accesso alle istituzioni, garantito dalla Costituzione e dallo Statuto sardo, e pertanto è nostro dovere operare perché questo principio di civiltà sia inserito prontamente nella legislazione regionale.
Prendiamo atto con soddisfazione – aggiungono Salis, Arbau, Mariani e Stocchino – che immediatamente dopo la bocciatura della doppia preferenza in Aula sono state presentate numerose proposte di legge che puntano alla sua riproposizione (oltre alla nostra quella del PD e dei Riformatori, e quelle presentate dalle consigliere Greco, Floris e Lunesu del PDL).
Se a queste formali volontà di riforma aggiungiamo le dichiarazioni favorevoli espresse dal gruppo SEL-Sardegna Libera e la non ostilità dichiarata dai rappresentanti dell’UDC e del PSd’Az, possiamo affermare che in Consiglio regionale è già presente una maggioranza ampia che può, da subito, ripristinare la preferenza di genere e riparare così al grave danno inferto a voto segreto alla credibilità del Consiglio regionale.
Per questa ragione – concludono Salis, Arbau, Mariani e Stocchino – abbiamo presentato un emendamento alla legge in discussione domani che recupera la preferenza di genere, così come prevista dalla nostra proposta iniziale e decaduta a causa del voto segreto.
Auspichiamo che il Consiglio regionale possa inserire questa norma di civiltà e di progresso nella sua legislazione fondamentale, a conclusione di una legislatura non certo proficua in termini di riforme e di indispensabili processi di cambiamento.
Adriano Salis, Efisio Arbau Giannetto Mariani, Giuseppe Stocchino,
Cagliari, 27 Agosto 2013