Difficilissimo avere un Consiglio Regionale con una buona rappresentanza femminile ed, anche in questa occasione, non è stato possibile far prevalere il buon senso e le ragioni della civiltà e della democrazia sugli interessi personali di tanti consiglieri dell’assise regionale.
In merito a quanto successo tra i banchi del Consiglio Regionale, Azione Civile, per voce di Maria Franca Marceddu, da sempre impegnata nel sostegno alle politiche di genere, dichiara “Quanto accaduto in Consiglio rende necessaria una presa di posizione dei sardi tutti. La legge elettorale potrebbe contenere un principio discriminante. Bloccare in Sardegna l’accesso paritario alla massima istanza politica non è certo utile, con questa scelta grave si potrebbe configurare un ulteriore allontanamento dell’elettorato attivo”
“Ad oggi la Sardegna fa un passo indietro nella democrazia di genere legiferando in modo egoistico quasi si avesse la paura che con la norma, le donne potessero “inquinare” la massima assise regionale e continuare a coltivare una politica egoista e respingente.”
Azione Civile in Sardegna, che, a partire dalla organizzazione del movimento, riconosce e pratica la parità di genere , ritiene fondamentale che la norma venga contestata dal basso.
E’ necessario dare una svolta nuova alla Sardegna nel processo di cambiamento ed è impossibile continuare a non capire che per avere una politica migliore è fondamentale normare anche la parità di genere all’interno delle istituzioni. Ad oggi i migliori risultati si sono ottenuti proprio dove la norma della doppia preferenza viene applicata.
Ufficio Stampa- Azione Civile- Sardegna