Nel decreto legge n.133 del 30/11/2013 appena approvato, all’art.1 del comma 5 viene stabilito che “l’eventuale differenza tra l’ammontare dell’imposta municipale propria risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione per ciascuna tipologia di immobile deliberate o confermate dal comune per l’anno 2013 e, se inferiore, quello risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione di base previste dalle norme statali per ciascuna tipologia di immobile di cui al medesimo comma, è versata dal contribuente, in misura pari al 40 per cento, entro il 16 gennaio 2014”.
Ciò significa nei Comuni in cui è stata innalzata l’aliquota standard sulla casa di residenza (quella fissata dal Governo era del 4 per mille), i contribuenti dovranno pagare il 40% della differenza tra l’aliquota comunale deliberata e quella standard: nel caso di Roma l’aliquota è stata fissata al 5 per mille, i romani dovranno pagare pertanto il 40% della differenza risultante tra il calcolo riferito al 4 per mille e quello conteggiato sul 5 per mille.
A dover pagare la mini Imu saranno i residenti di: Agrigento, Alessandria, Ancona, Avellino, Belluno, Benevento, Bologna, Brescia, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Cremona, Fermo, Foggia, Forlì, Frosinone, Genova, Grosseto, Livorno, Messina, Milano, Modena, Napoli, Novara, Parma, Perugia, Potenza, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Siena, Teramo, Terni, Torino,Verbania.
“Il problema ora è non rinviare ulteriormente la pubblicazione delle delibere comunali, fissate per il 9 dicembre – afferma il Presidente dell’U.Di.Con – i cittadini già chiamano per richiedere informazioni che, al momento, neanche i professionisti riescono a dare, alla luce degli interrogativi che persistono sulla vicenda la quale rischia di degenerare nel caos più totale”.