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Caccia – Ancora morte e sangue innocente Si fermerà mai questa assurda carneficina?

caccia856 vittime per armi da caccia e cacciatori da settembre ad oggi. 4 morti e 16 feriti tra la gente comune.

Ieri domenica 8 dicembre a Serrapetrona in provincia di Macerata è stato ucciso Sandro Latini, fornaio di San Severino Marche, avrebbe compiuto 60 anni il 10 dicembre. Da quanto riferiscono le prime notizie, l’uomo si sarebbe trovato dietro un cespuglio mentre era intento a cercare funghi, quando un cacciatore 45enne gli sparava, scambiandolo per un cinghiale. Il cacciatore faceva parte di una squadra, ancora non è noto se autorizzata. Sandro Latini lascia l’anziana madre con la quale viveva.

E’ invece del 1 dicembre la notizia della povera donna ferita gravemente all’addome e alla gamba, mentre stava raccogliendo la legna in un campo nei pressi della sua abitazione a Cesena. Anche in questo caso e come troppo spesso accade, il cacciatore (29enne) ha sparato senza verificare chi e cosa ci fosse dietro la vegetazione. Alla donna è stata amputata la gamba.

L’11 novembre a Ferriere in provincia di Piacenza due ragazzi mentre facevano un pic nic venivano investiti dai pallini di piombo incandescente sparati da un cacciatore 29enne, il quale affermava prima di aver visto un capriolo, poi invece una lepre…

Il 9 novembre, a Polignano a Mare (BA), una donna 71enne che protestava per gli spari ravvicinati alla sua casa, come risposta sulla porta di casa riceveva una fucilata che la feriva alle braccia e al collo.

E potremmo continuare così a ritroso fino all’inizio di questa stagione venatoria, dove le vere vittime – quelle senza fucile – continuano ad aggiungersi di mese in mese, di stagione in stagione, durante e fuori dalle battute di caccia, nell’indifferenza delle istituzioni come un fatto acquisito e digerito, per mano di gente armata e con la fedina pulita (finchè non succede o combina qualcosa).

Morti annunciate, incidenti inevitabili? Dichiara Daniela Casprini presidente dell’Associazione Vittime della caccia: <> – dichiara la Casprini –

<< Inoltre, il territorio italiano non può più sopportare la pressione venatoria. La pianificazione effettuata con l’applicazione della legge 157 del 1992 non regge più: è necessario abolire l’articolo 842 del codice civile per cancellare la concessione che permette ai cacciatori di entrare nei fondi privati e di conseguenza rivedere tutte le percentuali delle aree venabili, fino all’abolizione totale di questa pratica fuori dal tempo e dal buon senso. Per fare questo è necessario lavorare prima per tamponare i danni creati dai cacciatori, come le immissioni di fauna considerata strumentalmente nociva (per avere la scusa di sparare), e poi per gestire il territorio in maniera compatibile col vivere civile. Perchè l’Italia non è un far-west e la gente non ne può più dei cacciatori e della crudeltà di cui sono capaci. Altro che 56% di italiani favorevoli alla caccia, come riportato nel grande bluff del finto sondaggio delle associazioni venatorie finalizzato solo al disperato tentativo di far sopravvivere questa pratica odiata dai più. Nel 2012 i cacciatori erano 697.776 e saranno sempre inesorabilmente meno perchè niente giustifica le stragi di persone e animali inermi e lo sfruttamento del suolo pubblico e privato per il divertimento di pochi, qualsiasi interesse economico ci sia dietro>>


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