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La Banca che non concede il frazionamento del mutuo viola gli obblighi di buona fede!

soldiL’Istituto Bancario che non provveda a concedere il frazionamento del mutuo commette la violazione degli obblighi di correttezza e buona fede connessi all’esecuzione del contratto e pertanto deve risarcire il danno causato al mutuatario.

E’ quanto stabilito dalla prima sezione della Suprema Corte che, con sentenza 14 ottobre 2013, n. 23232.


Il contenzioso in parola vedeva un’impresa edile citare in giudizio la propria banca chiedendone la condanna al risarcimento dei danni causati dal clamoroso ritardo, più di tre anni, per la concessione del frazionamento del mutuo stipulato tra le parti; frazionamento richiesto dall’impresa a seguito della vendita delle varie unità immobiliari dalla stessa costruite, e rifiutato senza alcuna giustificazione, nonostante una prassi ben consolidata.

Il Tribunale adito respingeva le richieste attoree ritenendo il frazionamento del mutuo non obbligo bensì una facoltà della banca. Decisione questa che veniva impugnata e ribaltata in sede di Appello con la condanna della banca al risarcimento dei danni patiti dall’impresa a causa del proprio rifiuto ingiustificato ed ingiustificabile nell’aderire alla prassi consolidata del frazionamento del mutuo nonostante i numerosi solleciti, anche di uffici interni alla stessa banca, con violazione dei principi contrattuali fondamentali della buona fede e della correttezza.

 Decisione confermata dalla Suprema Corte di Cassazione adita su ricorso della Banca. I Giudici Ermellini hanno, infatti, ribadito come il principio di buona fede e correttezza debba permeare tutta l’esplicazione del contratto e debba essere inteso in senso oggettivo esprimendosi anche come un dovere di solidarietà fondato sull’Art. 2 della Costituzione, imponendo a ciascuna delle parti del contratto il dovere di agire in guisa da preservare gli interessi dell’altra a prescindere dall’esistenza di specifici obblighi contrattuali. Pertanto la violazione di tale regola, conclude la Suprema Corte, può comportare un danno meritevole di risarcimento come nel caso in esame.

Foggia, 14 gennaio 2014                                             avv. Eugenio Gargiulo

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