«Competenza dell’Autorità portuale in merito alla quantificazione e alla riscossione dei canoni demaniali, chiarezza sulle responsabilità dell’ inquinamento pregresso e sullo spostamento del cumulo di carbone nell’area Ferriera dove sarà collocata la piattaforma logistica, rappresentano passaggi importanti che non potevano essere scavalcati dalla volontà di fare tutto in fretta – aggiunge Prodani -. La fretta, si sa, è cattiva consigliera. Se si fosse aspettato qualche giorno in più, avremmo potuto inserire già nella prima versione dell’Accordo di programma le osservazioni di cui si è discusso questa mattina».
«Perché si voleva chiudere tutto entro la fine del mese?» si chiede Aris Prodani che prova a dare una spiegazione: «L’unica ipotesi plausibile è che la sottoscrizione dell’Accordo di programma fosse stata richiesta espressamente da Arvedi quale conditio sine qua non per portare avanti l’operazione di acquisizione dello stabilimento. Purtroppo però, come già troppe volte accaduto in questa lunga storia – sempre poco trasparente -, dobbiamo ancora affidarci alle ipotesi».