“E’ raccapricciante che un personaggio come Giuliana Sgrena, che dovrebbe portare sulla coscienza il peso della morte di un Servitore dello Stato che si è sacrificato per proteggerla, arrivi ad insultare i due marò italiani prigionieri in India. Proprio lei che ha causato la morte di Nicola Calipari, sfruttando poi la notorietà per una candidatura politica, si arroga il diritto
di chiamare altri assassini”. E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato indipendente di Polizia.
“Giuliana Sgrena – prosegue Maccari – rivendica una sorta di superiorità morale rispetto ai due militari italiani, ma noi siamo convinti che la sua vita non valga una sola briciola più di quella dei nostri Marò. Semmai è vero il contrario, perché nelle divise indossate da Latorre e Girone si riconosce con orgoglio la parte migliore del nostro Paese, quella che ancora conserva
valori come l’amore per la propria Patria e per la propria comunità, lo spirito di servizio e il senso del sacrificio. La Sgrena invece rappresenta soltanto una classe politico-intellettuale carica di odio e di ipocrisia, buona a giocare alla rivoluzione mentre la gente muore perché nessuno si faccia male. Eppure nonostante a nessun italiano interessasse il destino della Sgrena, se non a qualche compagno di salotto, lo Stato non si è tirato indietro per salvarle la pelle, pagando un prezzo salatissimo: un riscatto
di sei milioni di euro e la vita di un funzionario del Sismi. Ora però ci risparmi lezioni di moralità e di eroismo. E’ vero, è vergognoso che la vicenda di Giuliana Sgrena venga paragonata a quella dei Marò: in lei non c’è un solo grammo della dignità e del valore dimostrato dai nostri militari”.