Oggi 21 Maggio, alcuni attivisti del Fronte Indipendentista Unidu candidati alla carica di consiglieri comunale per le prossime elezioni amministrative, insieme al candidato sindaco Cristiano Sabino hanno svolto un’azione di denuncia sulla condizioni dei trasporti pubblici per le donne provenienti dalla Città di Sassari, dalle borgate e dai paesi limitrofi e dirette all’ospedale di San Camillo, dove è stato trasferito da diversi mesi il Centro Oncologico.
Gli attivisti si sono presentati al capolinea di via Tavolara con delle maschere bianche truccate con del rossetto, che vogliono simbolicamente rappresentare l’invisibilità delle problematiche di tantissime donne che devono recarsi all’ex-ospedale di San Camillo per poter ottenere cure e visite spesso molto invasive.
Alle 7.50 le maschere bianche sono salite sull’autobus ATP San Camillo, che percorre il “via Tavolara-San Camillo Horror Tour”, il tragitto che da via Tavolara, passando per Latte Dolce, arriva all’ospedale di San Camillo: un tragitto di appena 6 km, che però viene svolto in quarantacinque minuti (partenza alle 7.53 e arrivo alle 8.38) su un autobus stipato di ragazzi diretti verso gli istituti situati nella zona periferica della città.
Il candidato sindaco Cristiano Sabino ha evidenziato e criticato “il decentramento di un servizio sanitario di prevenzione per le donne fuori dalla città” e ha sottolineato “l’inadeguatezza del servizio pubblico extraurbano garantito dall’ATP per il raggiungimento di San Camillo. “La corsa successiva a quella delle 7.50 dell’autobus diretto a San Camillo” – ricorda Sabino – “parte alle 9.50, non viene quindi garantito alcun servizio per due ore”.
Nel corso dell’“horror tour” gli attivisti del Fronte hanno denunciato le criticità legate al trasferimento del Centro Oncologico dalla sede di via Zanfarino a quella di S. Camillo. Quello che oggi gli attivisti del Fronte hanno percorso è lo stesso tragitto che le utenti del Centro Oncologico fanno per poter svolgere le visite. Molte forse non sanno che lo dovranno svolgere ben tre volte: una per recarsi alla visita, una per pagare e riportate la ricevuta del ticket pagato (che non è possibile pagare nella struttura di San Camillo perché manca la cassa), per poi recarsi successivamenteancora una volta a San Camillo per poter finalmente effettuare la visita”.
“Tutti questi viaggi, – spiega un’attivista – per chi è meno abbiente o per chi non guida, dovranno essere sempre svolti in autobus, perché l’operatrice del numero verde “RadioTaxi” di Sassari ci ha confermato che un viaggio dal centro cittadino all’ospedale avrà un costo di almeno 18 euro”.
Il dislocamento del centro oncologico nella sede di San Camillo, inoltre, non interessa solo i pazienti sassaresi, ma quelli dell’intera area urbana. “Per recarsi nella struttura ospedaliera ad una visita prenotata per le 8.30 – spiega un’attivista – una donna di Porto Torres dovrà partire alle 6.58 impiegando almeno un’ora e mezzo per arrivare a destinazione! Ma per rientrare a casa, il viaggio sarà molto peggiore: ipotizzando che la visita finisca alle 9.30, dovrà aspettare le 12.44 per poter finalmente riprendere un pullman che, con cambio a Sassari, la riporti a Porto Torres non prima delle 13.50.” Una sorte simile sarà quella di una paziente di Ossi, che per arrivare in tempo per una visita alle 8.30 a San Camillo dovrà partire con un pullman alle 7.10!
All’arrivo all’ospedale San Camillo il candidato sindaco Cristiano Sabino ha ricordato che “gli indipendentisti da subito si sono mossi per denunciare il trasferimento del Centro Oncologico. Riteniamo necessario lanciare la proposta della Cittadella della Donna, intesa come un’Area donna di nuova concezione, attualizzata e adeguata alle nuove problematiche femminili, un luogo centrale nella città, comunque facilmente raggiungibile a piedi e/o in autobus (San Sebastiano in primis, Rizzeddu, via Amendola) da tutte le donne, soprattutto quelle delle classi più disagiate, disoccupate, migranti ecc. La Cittadella della Donna sarà una struttura che contenga all’interno non solo aree di sevizi sanitari di prevenzione e cura tumorale (centro oncologico attualmente trasferito a San Camillo), ma che sia estesa anche al sostegno psicologico (occupazione quindi per figure professionali specialistiche), legale (avvocati e forze dell’ordine di genere femminile, per accogliere le denunce di violenza di qualsiasi tipo, fisica e psicologica, sessuale, percosse, stalking, mobbing), familiare (mediatori famigliari), di consulenza sindacale, di sostegno per donne alla ricerca di lavoro e in uscita da case protette (all’interno di San Sebastiano si potrebbe riservare una zona “discreta” di prima “accoglienza” dedicata alle donne in transito verso queste case (da potenziare), in uscita da istituti penali e per madri di disabili. Il Centro dovrà prevedere uno sportello per uomini “a rischio violenza”, che, consapevoli della propria negativa propensione decidono di affidarsi ad un professionista che li possa aiutare. All’interno della Cittadella ci dovrà essere uno sportello per la cura delle ludopatie, che coinvolgono anche moltissime donne, prime vittime della crisi economica.
Sabino inoltre denuncia: “di queste proposte avrei voluto poter discutere col Direttore Generale dell’Asl Dott. Marcello Giannico al quale abbiamo inviato diverse richieste d’incontro negli ultimi giorni. Tuttavia, le richieste inviate agli indirizzi di posta certificata indicati sul sito dell’ASL sono tutte ritornate al mittente, per diverse ore abbiamo telefonato al numero personale del Dottor Giannico, a quello del suo centralino e all’Ufficio delle relazioni esterne dell’ASL, ma non abbiamo ricevuto mai alcuna risposta. Abbiamo infine inviato una email all’indirizzo del Dott. Giannico, ma siamo ancor in attesa di un suo riscontro.”