Secondo gli inquirenti l’AD avrebbe, attraverso un sistema di sovraffaturazione dei principi attivi gonfiato i costi ottenendo un indennizzo di circa 2,7 milioni di euro ai danni del ministero della Salute.
I carabinieri del Nas, su ordine della procura, hanno eseguito perquisizioni presso le sedi di Novartis a Siena e Varese. Secondo il TGCOM Gli investigatori ipotizzano una frode legata al risarcimento che nel 2012 lo Stato versò a Novartis, a cui, nel 2010, in seguito al cessato allarme pandemia, il ministero aveva chiesto l’interruzione della fornitura del vaccino. L’accusa ipotizzerebbe che il risarcimento venne calcolato sulla base del prezzo fittiziamente gonfiato da Novartis di un componente essenziale del vaccino, l’adiuvante MF59. Il costo sarebbe stato incrementato grazie a una serie di sovrafatturazioni fra le società dal gruppo.
Nel 2009, in allarme pandemia H1N1, su impulso dell’Oms lo Stato italiano stipulò con Novartis un contratto per la fornitura di 24 milioni di dosi di vaccino, per un costo di oltre 184 milioni di euro. Nel 2010, dopo il cessato allarme, il ministero chiese di interrompere la fornitura: per le dosi acquistate, oltre 12 milioni, erano stati spesi 97,6 milioni. Per il risarcimento legato allo stop della produzione, la Novartis ricevette 19,8 milioni di euro.