Piana di Gioia Tauro e di Rosarno ennesima operazione antimafia. Colpite le ‘ndrine calabre. Si tratta dell’operazione “Sant’Anna”. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria, insieme ai finanzieri del Comando provinciale reggino, hanno fermato otto persone- Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso e porto e detenzione illegale di armi e munizioni, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
Secondo quanto di apprende il tutto sarebbe partito dalla scarcerazione di Umberto Bellocco di 77 anni. Bellocco era stato ristretto per circa 21 anni. L’inchiesta ha portato alla luce gli interessi delle cosche Pesce e Bellocco di Rosarno nel campo del traffico di armi e stupefacenti.
Secondo quanto sarebbe stato reso possibile che Bellocco Umberto, tornato in libertà ad aprile avesse già stretto nuovi rapporti per riaffermare la propria leadership nel territorio.
Gli investigatori hanno scoperto che il gruppo criminale aveva ampia disponibilità di armi e si era attivato per reperirne altre di maggiore potenza. Il primo segmento di indagine era partito per l’individuazione dell’allora latitante Giuseppe Pesce conosciuto come “Ciccio Testuni”, che si era sottratto all’individuazione nel processo All Inside nel maggio 2010. Dopo il fermo della moglie Ilenia Bellocco e del favoreggiatore Domenico Sibio, nel maggio 2013, Pesce si costituì alla Tenenza dei Carabinieri di Rosarno.
Inoltre, il nipote di Umberto Bellocco, Umberto Emanuele Oliveri, era stato designato dallo zio come reggente degli interessi della potente cosca di ‘ndrangheta nei traffici illeciti all’interno del porto di Gioia Tauro, il filone che lo riguarda è collegato al traffico di sostanze stupefacenti.