Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: valutazione dei risultati
Nel novembre 2012 è stato pubblicato sulla rivista scientifica francese Sang Thrombose Vaisseaux un interessante articolo intitolato “Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: valutazione dei risultati” e completamente ignorato dai neurologi e dai media.
Secondo il ricercatore austriaco Franz Schelling, l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) propone ostacoli al drenaggio venoso dal cervello e dalla colonna vertebrale. La sclerosi multipla clinicamente diagnosticata o definita (CDMS) viene diagnosticata da una “disseminazione nello spazio e nel tempo” delle lesioni del cervello e del midollo spinale in mancanza di una specifica caratterizzazione. Questa definizione della CDMS e la sua attribuzione ad una demielinizzazione mediata auto-immune (in qualche modo anche distruggendo gli assoni) non è mai stata provata e complica la valutazione del suo ruolo nella CCSVI e in altre anomalie venose nello sviluppo delle condizioni classificate come CDMS. In questa recensione (review), vengono focalizzate le osservazioni post mortem e di risonanza magnetica di serie realizzate in casi storicamente specifici di sclerosi multipla. Esse dimostrano l’esistenza di lesioni venodinamiche che possono essere spiegate solo dai forti effetti di fugaci inversioni del flusso venoso (FVFIs), che possono essere di durata molto breve. Per comprendere la venodinamica di questa tipicità, o “VDM” è necessario determinare l’origine degli impatti venosi e come essi sono diretti e limitati ai domini della lesione. La comprensione di questa dinamica del flusso venoso è fondamentale per valutare il significato della CCSVI in generale; sembra inoltre indispensabile per garantire il successo dell’angioplastica; ed è cruciale per lo sviluppo di opzioni di trattamento razionali alternative a quei casi di CDMS in cui gli interventi per la CCSVI non raggiungono i risultati attesi.