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Coisp, Schettino e caso Università. Perchè tanto sdegno

 

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Schettino all’Università, il Coisp: “Ma poi perché tanto sdegno, visto che l’Italia è il Paese dove sono stati fatti salire in cattedra soggetti condannati anche per crimini gravissimi. La vera sorpresa sarà vedere tenere una lectio magistralis ad un Appartenente alle Forze dell’ordine”

“Insomma, sarebbe davvero bello smettere di leggere tanta inutile retorica e tanta falsa e ipocrita riprovazione alla notizia che uno come Schettino è stato invitato a tenere una lezione all’Università. L’Italia è il Paese dove ben altri criminali accertati hanno avuto vetrine importantissime, hanno avuto incarichi prestigiosi, hanno avuto considerazione e opportunità, anche postume, che non si riservano nemmeno agli eroi pluridecorati. A ben vedere, in Italia hai un futuro garantito solo se hai avuto seri problemi con la giustizia, meglio se molto seri. La vera notizia sconvolgente sarebbe sapere che a tenere una lectio magistralis è stato invitato un Appartenente alle Forze dell’Ordine distintosi per meriti di servizio”.

E’ questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia che il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, sotto processo dopo il naufragio della nave con contestazioni particolarmente pesanti, è stato invitato come esperto a tenere la lezione finale di un master in Scienze criminologiche organizzato dalla cattedra di Psicopatologia forense della facoltà di Medicina dell’università La Sapienza di Roma, dove si è soffermato in particolare sulla gestione di situazioni di panico e di crisi.

“Al di là di tutto ciò che dovrà essere appurato in sede giudiziaria nei confronti di Schettino – aggiunge Maccari -, ciò che salta all’occhio in maniera clamorosa è la scelta di una persona il cui nome passerà alla storia, purtroppo per lui e per chi viaggiava sulla Concordia, proprio per la criticabile gestione di quell’evento verificatosi al Giglio per insegnare agli altri come comportarsi. La cosa è tristemente in linea con il deprecabile e continuo comportamento di tutti quanti portano in cattedra, davanti ai nostri giovani, o sulle prime pagine dei giornali, o nelle Amministrazioni dello Stato persone che si sono distinti per la mancanza di rispetto delle regole, delle leggi, della vita altrui. Tutto ciò, ovviamente, mentre si pretende la lapidazione e la disintegrazione totale di quegli Appartenenti alle Forze dell’Ordine che incorrono, loro malgrado, perché costretti dalle circostanze che devono affrontare svolgendo il proprio lavoro, in vicende dolorose e tragiche, con mera colpa o addirittura senza alcuna responsabilità. Uomini e donne che per quattro spiccioli sacrificano un’intera esistenza al dovere che giurano di svolgere al servizio degli altri e che proprio per questo vengono fustigati e maltrattati e che, se e quando sbagliano, hanno pochissime chances di salvare anche solo un brandello della loro vita”.

“In questo Paese dove tutto viaggia al contrario – conclude Maccari -, diventa ogni giorno più avvilente, più difficile e più snervante fare il nostro lavoro, ben sapendo di doversi confrontare ad ogni passo con una società che schifa i suoi Servitori più fedeli, per osannare invece ben altri soggetti”.

 

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