Gli USA hanno raccomandato mercoledì 13 agosto ai cittadini americani di non recarsi in Algeria dove i gruppi terroristici AQMI e MUJAO sono ancora attivi.
Mentre il Ministero Esteri francese ha sconsigliato ogni spostamento in tutta Algeria, pubblicando una mappa delle zone dei rischi da evitare (vede la mappa).
Dalla sua parte, la Farnesina, Ministero degli Esteri italiano, ha pubblicato che “il quadro generale di sicurezza in Algeria risente della instabilità attraversata dalla regione saheliana, che ha conosciuto un momento di eccezionale tensione con l’attentato terrorista contro il sito della “Sonatrach – British Petroleum – Statoil”, verificatosi nel gennaio 2013 a In Amenas. L’accresciuta instabilità nel Sahel è inoltre confermata dagli episodi di sequestro verificatisi negli ultimi anni a danno di cittadini occidentali e perpetrati da gruppi legati al movimento terroristico di Al Qaida nel Maghreb Islamico (AQMI)”.
La Farnesina aggiunge che “considerato il complessivo quadro di sicurezza, tenuto conto dei sequestri di due connazionali nel febbraio e nell’ottobre 2011 (rispettivamente nei territori a sud della città di Djanet e nell’area ovest limitrofa a Tindouf) e viste le continue operazioni antiterrorismo condotte dalle forze algerine nel sud del Paese, si sconsiglia nella maniera più assoluta di intraprendere viaggi nelle regioni algerine confinanti con Tunisia, Mali, Niger, Libia e Mauritania e nelle province di Djanet, Illizi, Tamanrasset. E’ altresì sconsigliato recarsi in viaggio nella regione di Timimoun”.
La Farnesina “raccomanda inoltre di sospendere tutti i viaggi non indispensabili nei campi saharawi. Le misure di sicurezza e il livello di protezione dei campi saharawi non sono omogenei. Anche per questo è opportuno disporre di una scorta armata per gli spostamenti”.
Proprio in questi campi di Tindouf sono attivi i gruppi terroristici, bande criminali internazionali e l’organizzazione (Polisario) armata di tutti tipi di arme provenienti dalla Libia. Due anni fa sono stati rapiti l’italiana Rossella Urru e due spagnoli, sequestrati per circa un anno, poi liberati al cambio di milioni di euro pagati dai rispettivi governi italiano e spagnolo.