Sono 6.599 le imprese artigiane sarde potenzialmente coinvolte nel mercato turistico isolano, quasi un quinto del comparto artigiano regionale.
Lo rileva un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati UnionCamere-Movimprese del primo trimestre 2014, che sottolinea anche come queste rappresentino il 17,3% del totale registrato, coinvolgendo l’agroalimentare e le imprese dolciarie, i servizi, l’abbigliamento, le attività ricreative, l’editoria, la somministrazione di alimentari e bevande, e i trasporti.
Tra le regioni dove l’artigianato lavora maggiormente con il turismo troviamo la Campania (21% delle imprese artigiane ha rapporti con il turismo), la Sicilia (20,4%), le Marche (19,5%) e il Lazio (19%). Al settimo posto, come detto, la Sardegna con il 17,3%. Fanalino di coda il Friuli con l’11,9%.
“Questi numeri dimostrano come artigianato e turismo possano essere complementari – afferma Maria Carmela Folchetti, VicePresidente di Confartigianato Imprese Sardegna nonché Presidente di Confartigianato Nuoro– e come questo binomio sia una parte sempre più importante dell’economia isolana”. “Stare al settimo posto non ci basta – continua la Presidente – dobbiamo puntare a essere i primi in Italia: investendo, promuovendo e credendoci”.
Anche se in calo rispetto all’anno scorso (-1,9%) il settore si dimostra importante. Delle 6.599 imprese, i “Servizi” la fanno da padrone con 1.663 attività artigiane coinvolte; seguono quelle agroalimentari “1.477”, la “ristorazione” con 1.341, i “trasporti” con 1.054, la produzione di “abbigliamento e calzature” con 494, le “imprese dolciarie” con 474, le “attività culturali e ricreative” con 86 e “editoria e guide” con 10 attività.
A livello provinciale, 2.599 sono a Cagliari (con un tasso del 17,7%, ovvero di imprese artigiane legate al turismo sul totale delle imprese artigiane della provincia): 673 sono legate ai servizi e 637 alla ristorazione. Segue Sassari con 2.338 imprese (17,3%) con preponderanza delle imprese di servizi (570) e della ristorazione (462). Al terzo posto Nuoro con 1.196 (17,4% di incidenza) e 412 imprese dell’agroalimentare e 311 nei servizi. Chiude Oristano con 506 aziende (15,5%) di cui 159 dell’agroalimentare e 109 dei servizi.
“Le imprese sarde legate al turismo, soffrono la crisi come le altre – sottolinea la Folchetti – con problematicità legate in primis alla netta diminuzione dei redditi delle famiglie, e poi alla concorrenza spietata delle altre regioni o nazioni e al costo della navi. Su questo ultimo argomento si deve fare la “battaglia della vita”: la politica deve agire pesantemente su una follia che da anni si perpetua a spese dei sardi. Occorre risolvere definitivamente il problema della disponibilità dei mezzi e del loro costo, altrimenti nessuna azione servirà a rilanciare la nostra terra”.
“Purtroppo non è più come qualche anno fa quando la parola “Sardegna” era la bacchetta magica – prosegue ancora la VicePresidente – oggi è necessario programmare e rendere sempre più appetibile, e fruibile, la nostra terra”
“Il turismo e le imprese collegate – conclude Maria Carmela Folchetti – rappresentano due settori sui quali si deve investire. Non possiamo più permetterci di perdere posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia. Per questo a livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo, mentre a livello nazionale è necessario rinvigorire i consumi delle famiglie”.
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