Lo ha sostenuto oggi il deputato triestino del movimento 5 stelle Aris Prodani, segretario della commissione Attività produttive di Montecitorio, preannunciando in ufficio di presidenza la propria iniziativa per avviare un’indagine conoscitiva, probabilmente congiunta con la commissione Finanze, sullo stato delle società cooperative e sul rafforzamento dei poteri di vigilanza.
“Le cooperative operano in numerosi settori dell’economia e del sociale – ha continuato Prodani – costituendo spesso un punto di aggregazione di notevole interesse per le forze attive del Paese. Lo scopo mutualistico non può essere compromesso da criticità come la copertura con fidejussione bancaria di solo il 30% del capitale investito dai soci, la difficoltà di individuare il patrimonio reale della società, meccanismi statutari che spesso concedono carta bianca a chi ricopre le cariche di vertice, oltre a lacune relative ai sistemi di vigilanza.”
Il deputato triestino ha quindi puntato il dito proprio sui numerosi gli episodi che hanno coinvolto aziende cooperative sottoposte a indagini per gravi irregolarità, che non hanno risparmiato la maggior parte delle Regioni del Paese e che stanno scuotendo in particolare il Friuli Venezia Giulia.
“Sulle lacune della normativa vigente – sottolinea il deputato – costituisce un caso paradigmatico quello che sta avvenendo alle cooperative operaie di Trieste, Istria e Friuli oltre alla Coop Carnica, tutte legate alla grande distribuzione. Per le prime tre la Procura competente ha avviato la procedura di fallimento a causa di una ammanco di 103 milioni di euro, circostanza che pone a rischio il posto di lavoro di 600 dipendenti, oltre al relativo indotto, e che vede la società priva dei risparmi versati da ben 17mila soci. Nel caso della Coop Carnica, invece, il consiglio di amministrazione a fine novembre ha chiesto il concordato preventivo, congelando l’eventuale restituzione del prestito sociale, spesso essenziale per finanziare le attività societarie.”
Queste vicende, ha concluso il deputato triestino, rivelano l’urgenza di individuare le opportune correzioni legislative, almeno riguardo l’assetto societario materia di competenza della commissione parlamentare di sua appartenenza, in modo da evitare che si possa aggravare la situazione attuale e che si possa verificare un effetto domino su tutte le cooperative coinvolte.