I beni confiscati, riferisce la Guardia di finanza, costituivano un ingente patrimonio, immobiliare e societario accumulato dagli esponenti della cosca a fronte di un’esigua capacità reddituale.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, i Gallico avevano posto in essere a Roma cospicui investimenti che avevano permesso loro di creare un rilevante patrimonio, confermando, in tal modo, l’esistenza di plurimi interessi economici della cosca nella capitale. I beni confiscati consistono in unità immobiliari, quote societarie, terreni e rapporti finanziari bancari, postali ed assicurativi.