Oristano: arriva al Parlamento Europeo la vicenda Ivi Petrolifera
Finisce al Parlamento Europeo il caso del contestato progetto turistico della Ivi Petrolifera di Torregrande (Oristano.)
Il meetup Polis Oristano a 5 Stelle ha esercitato formalmente il Diritto di Petizione, presentando il testo che segue.
Meetup Polis Oristano a 5 Stelle
11 febbraio 2015
Presidente della commissione per le petizioni
European Parliament
B-1047 BRUSSELS
Temi : Ambiente
Paese: Italy
Torregrande, comune di Oristano, assenza VAS (Direttiva n. 01/42/CE) progetto turistico IVI Petrolifera
Il sottoscritto Carlo Puddu nato a Oristano ed ivi residente in ____________, in nome e per conto del Meetup Polis Oristano a 5 Stelle, aderente al M5S, espone quanto segue.
Con deliberazione del Consiglio Comunale di Oristano, Regione Sardegna, n° 109 del 3 ottobre 2013 è stata approvata la variante n. 2 al Piano integrato di riqualificazione urbanistica e ambientale in attuazione dell’art. 16 della legge n.179/1992 e della legge regionale n. 16/1994 – Realizzazione di servizi privati di interesse collettivo per la salute ed il benessere con le connesse strutture ricettive di supporto per l’attività primaria ( area Ex Sipsa, loc. Brabau ) con la realizzazione di un percorso golfistico che di fatto sottrae 56 ettari della pineta litoranea di Torre Grande.
Considerato che: La Ivi Petrolifera S.p.A. (ex SIPSA) intende realizzare la “bonifica dell’area” in oggetto con un investimento di 2,6 milioni di euro, 3 anni di lavori, circa mc. 30.000 di terra da risanare – dovuta per legge, in quanto sito contaminato dalla propria precedente attività di raffineria e di “termovalorizzazione” di rifiuti ospedalieri (art. 242 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) – un complesso turistico-edilizio ricettivo (mc. 9.500 di volumetrie, 250-280 posti letto), un residence, 77 unità immobiliari, un campo da golf da 18 buche, per complessivi mc. 99.257 di volumetrie e circa 800 posti letto, impianti tecnologici e servizi; Il sito interessato è il litorale di Torregrande e la relativa pineta, in gran parte di proprietà pubblica (Comune di Oristano e Consorzio di bonifica dell’Oristanese), ceduta in concessione (complessivamente più di 100 ettari) in corrispettivo di canoni annuali non conosciuti e di cui si ignora il conseguimento dei necessari pareri di congruità.
In una nota ufficiale pubblicata dal quotidiano L’Unione Sarda, l’8 ottobre 2013, si legge: “Il coordinatore della riqualificazione urbanistica della società Ivi Petrolifera, Paolo Spada, precisa che «il sito ex raffineria Sipsa di Torregrande è soggetto a una procedura di bonifica, secondo quanto previsto per legge». Attualmente si sta portando avanti la messa in sicurezza della falda acquifera attraverso «una barriera idraulica e un impianto di trattamento delle acque di falda, l’intervento è stato autorizzato dal Comune sulla base del parere positivo della conferenza dei servizi». È in corso, inoltre, la verifica del progetto operativo di bonifica presentato dalla società il 28 dicembre 2012: un quadro dettagliato in cui vengono descritte le attività previste per il risanamento del sottosuolo, la durata degli interventi e le destinazioni dei materiali di risulta prodotti. Dopo l’approvazione di questo progetto da parte del Comune «partirà l’attività di bonifica»; Ancor prima, sempre in un articolo stampa del quotidiano L’Unione Sarda del 2 ottobre 2009, dal titolo “Ex Sipsa,veleni a Torregrande – Allarme bomba ecologica, inquinati suolo e falda – Le prime avvisaglie quando è iniziata la dismissione della vecchia raffineria. Blitz del Corpo Forestale”, si riferisce che “il sottosuolo è totalmente inquinato, la falda acquifera invasa dagli idrocarburi” e che “i primi segnali della presenza di sostanze inquinanti nel terreno sono stati raccolti quando è iniziata la dismissione del grande impianto della Sipsa ecologica: la vecchia raffineria (che negli ultimi anni era stata convertita in un impianto per lo smaltimento di farmaci scaduti e rifiuti pericolosi) è stata smantellata, ma nel terreno sono rimaste le tracce degli sversamenti di sostanze inquinanti”; L’amministrazione comunale di Oristano ha permutato la bonifica dell’area, dovuta per legge, con una cessione dell’area demaniale di pineta a fini speculativi-immobiliari.
Qualsiasi variante dello strumento urbanistico comunale doveva essere assoggettata alle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), necessarie per legge (Direttiva n. 01/42/CE, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012 + allegati), ma in questo caso nemmeno avviate – La Valutazione ambientale strategica ( VAS ) prevista dalla direttiva n. 2001/142/CE interessa piani e programmi aventi effetti sensibili, diretti ed indiretti, sull’ambiente e le varie componenti ambientali. Infatti lo stesso Ministero dell’Ambiente – Direzione generale per le valutazioni ambientali scrisse una nota ( n. 2683 del 4 febbraio 2014 ) riguardo alla variante urbanistica alla Regione Autonoma della Sardegna ed al Comune di Oristano ha ricordato che “i Piani Regolatori Generali e loro varianti rientrano nella tipologia di piani da assoggettare a VAS”.
Chiede di sapere : Se non intenda aprire una procedura d’infrazione contro lo Stato Membro per palese violazione della Direttiva n. 01/42/CE e del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. , strumento peraltro previsto anche dalla deliberazione Giunta regionale della Sardegna n. 34/33 del 7 agosto 2012 + allegati, fermando il chiaro intervento speculativo di una S.p.A operante nel settore petrolifero e incenerimento rifiuti ospedalieri, priva di alcuna competenza nel settore immobiliare-turistico.