Come possono gli agricoltori – prosegue – trovare fiducia e speranza di fronte alle dorate remunerazioni di dirigenti sindacali, in tempo di crisi dei prezzi e della redditività delle imprese agricole? Coldiretti non solo è inerte di fronte a un aumento indiscriminato delle tasse, ma anche di fronte ai suoi stessi commissari incompatibili nelle commissioni preposte a formulare il prezzo delle derrate agricole? E’ questo secondo Prandini il perseguimento dell’ interesse delle imprese agricole?
Affermare “…non c’è nessun tipo di malessere e Coldiretti sta viaggiando solo nell’interesse delle imprese agricole come ha sempre fatto…” vuol dire – secondo la Fima – non aver compreso che i problemi del lavoro della terra sono oggi nella carne degli agricoltori.
E’ questo – aggiunge il coordinatore – il buon esempio che la Coldiretti intende offrire come risposta alla crisi? Secondo i movimenti agricoli, per aiutare il bene e la fiducia che è dentro ciascuno servono esempi virtuosi che parlino al cuore del mondo agricolo, né alla testa, né alla pancia.
Le remunerazioni da nababbi in casa Coldiretti – evidenzia – sono un’offesa alla povertà dilagante nelle campagne che calpesta il sistema di valori a cui Coldiretti dovrebbe, invece, ispirare la sua azione.
E’ ora che la Coldiretti – conclude – se ne faccia una ragione adeguando gli stipendi e i privilegi della sua casta a quella sobrietà che imporrebbe l’attuale situazione.
Ufficio Stampa Fima