Mediterranews

Retribuzioni sindacali, Fima: da Coldiretti dichiarazioni ciniche e autoreferenziali

Le dichiarazioni rilasciate dal Vice Presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini sono la dimostrazione che ormai questo sindacato agricolo stà perdendo progressivamente il suo smalto per rinchiudersi in un cinico nichilismo autoreferenziale, incapace di guardare in faccia alla realtà e gravità dei problemi che affliggono l’ agricoltura italiana”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Coordinatore della Fima, federazione italiana movimenti agricoli.

Come possono gli agricoltori – prosegue – trovare fiducia e speranza di fronte alle dorate remunerazioni di dirigenti sindacali, in tempo di crisi dei prezzi e della redditività delle imprese agricole? Coldiretti non solo è inerte di fronte a un aumento indiscriminato delle tasse, ma anche di fronte ai suoi stessi commissari incompatibili nelle commissioni preposte a formulare il prezzo delle derrate agricole? E’ questo secondo Prandini il perseguimento dell’ interesse delle imprese agricole?


Affermare “…non c’è nessun tipo di malessere e Coldiretti sta viaggiando solo nell’interesse delle imprese agricole come ha sempre fatto…” vuol dire – secondo la Fima – non aver compreso che i problemi del lavoro della terra sono oggi nella carne degli agricoltori.

E’ questo – aggiunge il coordinatore – il buon esempio che la Coldiretti intende offrire come risposta alla crisi? Secondo i movimenti agricoli, per aiutare il bene e la fiducia che è dentro ciascuno servono esempi virtuosi che parlino al cuore del mondo agricolo, né alla testa, né alla pancia.

Le remunerazioni da nababbi in casa Coldiretti – evidenzia – sono un’offesa alla povertà dilagante nelle campagne che calpesta il sistema di valori a cui Coldiretti dovrebbe, invece, ispirare la sua azione.

E’ ora che la Coldiretti – conclude – se ne faccia una ragione adeguando gli stipendi e i privilegi della sua casta a quella sobrietà che imporrebbe l’attuale situazione.

Ufficio Stampa Fima

Exit mobile version