Lo scorso 29 marzo l’uomo – un sommozzatore esperto dipendente di un centro servizi impegnato nella zona per il recupero di metalli inerti – era sceso in profondità per una immersione che sarebbe dovuta durare solo 15 minuti. Così quando i due colleghi, rimasti sul gommone d’appoggio, non lo hanno visto risalire, hanno immediatamente fatto scattare le ricerche. Il cadavere dell’uomo è stato individuato e recuperato solo cinque giorni dopo la scomparsa. Sull’accaduto la procura di Cagliari ha quindi aperto un’inchiesta, affidata al pm Enrico Lussu, per omicidio colposo al fine di accertare cosa abbia provocato la morte del sub.
Evidenti, nonostante i giorni trascorsi in acqua, le profonde ferite al braccio e al fianco sinistro della vittima, compatibili con il morso di uno squalo. Al momento però non è ancora stato possibile accertare se siano state queste a provocare il decesso e nemmeno se siano state inferte prima o dopo la morte di Masala. Inoltre l’autopsia – eseguita dal medico legale Roberto Demontis – ha evidenziato la quasi totale assenza di acqua nei polmoni della vittima. Saranno dunque necessari ulteriori accertamenti per capire cosa è accaduto nelle acque al largo di Quirra. Al momento, precisano gli inquirenti, tutte le ipotesi restano aperte –