Gli stranieri sono accusati a vario titolo di strage, associazione a delinquere finalizzata al terrorismo e all’immigrazione clandestina. Avrebbero fatto parte di una cellula terroristica legata ad Al Qaida con ramificazioni in Sardegna, Lazio, Marche e Lombardia. Un personaggio chiave, Yahya Khan Ridi, secondo gli inquirenti, accusato di aver organizzato ed essere uno degli esecutori materiali della strage al mercato di Peshawar. Il pm cagliaritano Danilo Tronci e il gip Giorgio Altieri, arrivati appositamente a Foggia dove il 37enne è detenuto, lo hanno sentito per cinque ore. L’interrogatorio è stato secretato. Il ruolo dell’afghano, secondo gli inquirenti, è importate per ricostruire sia la strage che il trasferimento di denaro dall’Italia ai gruppi terroristici. Khan Ridi, in base alle indagini, si trovava in Pakistan il giorno della strage al mercato di Peshawar. In alcune intercettazioni telefoniche si parla chiaramente del suo ruolo. Imitias Khan, di 40, pakistano arrestato a Olbia parla di lui al telefono addossandogli in qualche modo le colpe della strage e criticandolo per i rischi corsi.
“Yahya è troppo bastardo! Lui è un afghano, quando stava dando i soldi in Pakistan io gli ho detto di non fare questa cosa – si legge nelle intercettazioni riportate dal Gip nell’ordinanza -. Io con Yahya non ho fatto questo e gli ho detto di non farlo lì ci stava ammazzando hai capito?… Siamo riusciti a prendere i soldi da Yahya, abbiamo visto la morte vicina abbiamo giocato con la morte”.
Per quell’attentato Yahya Khan Ridi avrebbe preso 50-60 mila euro. Pochi giorni prima in Pakistan si trovava anche il capo della comunità pakistana a Olbia, Sultan Wali Khan, accusato assieme ad altri di aver pianificato e organizzato nella città gallurese l’attentato. Ma è solo una delle azioni terroristiche contestate alla cellula. In una serie di sms intercettati inviati da una persona non identificata all’imam di Bergamo e Brescia, Hafiz Muhammad Zulkifal, vengono elencati quasi tutti. “Noi abbiamo fatto un attentato con successo al posto di blocco della Polizia a Charsada. Abbiamo lanciato le granate su Swat in quello loro … e due sue persone sono state ferite – si legge nell’ordinanza -. Noi abbiamo fatto un attentato con successo in Dera Murad Jamali e abbiamo spedito tre persone all’inferno”. Martedì saranno interrogati ad Olbia i tre pakistani arrestati, tra questi Sultan Wali Khan considerato uno degli elementi di spicco della cellula. (ANSA).
Con l’accusa di terrorismo internazionale, ricordiamo, sarebbero stati arrestati anche il capo della comunità islamica di Olbia, Khan Sultan Wali, 39 anni, fermato mentre si imbarcava da Olbia per Civitavecchia. Considerato elemento di spicco della cellula terroristica, aveva creato una società che lavorava all’interno del cantiere del G8 a La Maddalena. Con lui lavorava anche un talebano che aveva addirittura protezione come rifugiato politico. Wali è il capo della comunità pakistana a Olbia, promotore della moschea, titolare di un bazar in città all’interno del quale gli inquirenti, alla ricerca di esplosivo, riuscirono a fotografare un biglietto scritto in lingua farsi che inneggiava al martirio.