Ieri in Calabria il Raduno estivo del Coisp, e c’era rappresentata mezza Italia. Maccari: “Ogni volta la conferma che quello che ci lega ci porterà sempre più lontano”
Non c’è estate senza il Raduno del Coisp; non c’è Raduno senza affetto, allegria, commozione; non c’è Coisp senza tanti Poliziotti, compagni della vita di un Sindacato che dopo tanti anni è sempre pronto ad andare ancora più in là, verso traguardi sempre più ambiziosi. Amici mossi da quella convinzione che è il collante ed allo stesso tempo il carburante di una macchina che non ha nulla di meccanico, ma che è tutta splendidamente umana. Una convinzione che va al di là di un’appartenenza formale e di convenienza, ma che si autoalimenta anche grazie a momenti come quello di ieri, occasioni di distensione fuori dalle mura degli uffici e dalle portiere delle volanti, bacini di energia che ti rimettono al mondo al riparo dalle fatiche di una vita difficile da sostenere anche nelle sue continue trasformazioni, spesso e volentieri peggiorative.
Al Raduno estivo calabrese del Coisp, c’erano anche delegazioni della Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, e svariati altri Rappresentanti di Uffici Nazionali del Coisp e di varie Strutture territoriali oltre, naturalmente, a tutti quelli della Calabria, capitanati dal Segretario Generale Regionale, Giuseppe Brugnano. Tutti accorsi semplicemente perché volevano esserci. Tutti parte di un caleidoscopio di storie, esperienze a confronto, immagini che si sovrappongono, carriere avvolte dal rosso infuocato del tramonto ed altre illuminate dal bagliore abbacinante del pieno delle fatiche.
Il calore di un’assolata giornata di agosto non si avvicina neppure a quello avvolgente dentro una sala gremita di amici al Villaggio Bahia che ormai da anni ospita una manifestazione divenuta, anche per i titolari, un incontro con persone care.
Qua e là capannelli più o meno accesi, si discute di questo o quel problema, si scambiano consigli, ombre attraversano volti impensieriti ma poi scompaiono subito di fronte all’allegria del convivio, alle risa dei figlioletti che giocano qua e là, alla dolcezza dei sorrisi di mogli e compagne che condividono affettuose ed incrollabili anche momenti come questo, mettendosi pure in gioco, riproponendo in maniera contagiosa la sfilata ed i discorsi del gruppo “Misss Coisp”!
Su tutti lo sguardo benevolo di un Segretario Generale, Franco Maccari, che osserva i suoi attento con orgoglio misto ad affetto, sulle labbra un sorriso accennato di enorme soddisfazione, che a tratti si schiude in una risata di ilarità ed in certi momenti torna ad un’espressione enigmatica, di riflessione, a carpire mille parole, mille conversazioni, mille gesti di persone con cui si è condiviso tanto, cui si è cercato di dare tanto, il pensiero certamente rivolto a quanto ancora c’è da fare. E da fare c’è. Il periodo non è dei più facili, è uno dei più difficili che la Categoria affronta da tanto tempo a questa parte. Le sfide e gli impegni non mancano, sono ardui, ci sarà da lavorare, da programmare, da intervenire, da tenere alta la guardia in difesa di questi e di tutti gli altri Poliziotti in ogni singolo giorno dell’anno.
Ma oggi no.
Oggi è dedicato ad altro. Anzitutto a dire grazie. Grazie a chi ha dato tanto, con l’esempio, con l’esperienza, con la dedizione. Grazie, questa volta, al Commissario Salvatore Arrotta, andato in pensione dopo una carriera specchiata durante la quale si è guadagnato il rispetto dei colleghi, dopo oltre trent’anni, anche, da Segretario Provinciale Amministrativo, un compito delicato svolto con uno scrupolo che ha evidenziato ancor di più la sua totale affidabilità. Per lui una targa speciale e parole che vanno ben al di là della circostanza, pensieri sentiti che suscitano commozione ed ammirazione, che inducono alla riflessione, ancora quella: quanto è difficile una vita in divisa, ma quanto è piena, anche, di momenti unici, nel bene e nel male, che i più non possono capire perché non sanno.
Oggi è il momento della condivisione, con familiari e tanti amici che da tempo camminano accanto al Sindacato Indipendente di Polizia. In sala, fra gli altri, il Giudice Romano De Grazia, l’instancabile Emilio Barone, e tanti altri, tutti partecipi ma allo stesso tempo rapiti dal palpabile Spirito di Corpo che forse in Questure e strutture formali, di fatto, non esiste più, che forse per certi giovani Poliziotti non significa poi tanto, che forse nelle Scuole non si trasmette più, ma che in circostanze come queste invece, quando a unire non è l’obbligo ma il piacere, emerge in tutta la sua forza travolgente e ti fa capire come si può reggere alla responsabilità gravosa di vestire la divisa: accanto all’amore per gli altri, l’amore per i colleghi.
Dal Segretario Generale Maccari una frase che la dice proprio tutta su questa giornata: “Ogni volta che ci riuniamo in così tanti, e ci guardiamo in faccia l’un con l’altro, la conferma che quello che ci lega ci porterà sempre più lontano”.