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Valdazze e Notte del Liscio: folk romagnolo diventa fenomeno di costume con gli ExtraLiscio

af0f71a4-5255-446d-a670-82cfe7d47d21Al “Villaggio che fu del cantante” (vedi storia allegata) e a un inedito revival della sua balera è dedicato un evento esclusivo in programma sabato 26 marzo: Notte da ballo Extraliscio, una giornata culturale e musicale dedicata al sogno di Valdazze, alliscio romagnolo e al padre di questo genere, Secondo Casadei, maestro indiscusso che dagli anni Venti rivoluzionò il modo di fare musica da ballo in Italia.

Motore dell’azione sarà la carica esplosiva degli ExtraLiscio, orchestra futuristica nata da un’idea dei musicisti Mirco Mariani (Vinicio Capossela, Saluti da Saturno) eMoreno Conficconi (icona del liscio casadeiano e della musica popolare, è sua fra l’altro l’attuale sigla del La Prova del Cuoco ‘L’Italia a tavola’) il cui repertorio si basa su una rivisitazione in chiave contemporanea e alternativa del folk romagnolo, fra cover e brani inediti.

Sarà questa inedita band ad animare la serata e a riportare ai suoi antichi splendori ildancing di Valdazze, che ospiterà per l’occasione una gara di ballo ed unconcorso canoro monocanzone sul brano “Valdazze” dei Saluti da Saturno.
La band di Mirco Mariani non è stata l’unica ad avere dedicato una canzone a questo luogo leggendario: un po’ per caso e un po’ forse anche per destino, lo stessoSecondo Casadei, infatti, nell’anno 1969 scrisse insieme al nipote Raoul e incise un brano intitolato Vieni a Valdazze pubblicato per la Columbia su 45 giri e anche su 33 giri in una raccolta dal titolo “Rumagnoli”.

Al maggior esponente del liscio romagnolo, sabato 26 marzo, è dedicata anche unamostra che inaugura nel pomeriggio, alle 18.30: un’esposizione di foto, locandine, dischi, manifesti d’epoca, divise storiche, manoscritti e spartiti, curiosità varie sulla lunghissima storia musicale di Secondo Casadei e la sua orchestra, nonché dediche e pensieri alla sua più popolare canzone, “Romagna mia”, da parte di personaggi famosi.

Il Meeting delle Etichette Indipendenti (MEI), nella sua linea di valorizzazione della tradizione della musica della nostra terra, ha aderito all’iniziativa di Valdazze e ha omaggiato attraverso la sua newsletter l’album di ExtraLiscio con una grande richiesta. Attualmente ExtraLiscio è in testa tra gli eventi live più graditi dai promoter della Rete dei Festival.

Valdazze è un paesino sperduto in mezzo ai boschi dell’Appennino aretino, a pochi chilometri da Pieve Santo Stefano. I dati anagrafici dicono che oggi ci vivono solo cinque abitanti, e un centinaio di turisti nel periodo estivo. La circostanza di per sé è già abbastanza curiosa, ma la vera vicenda che negli anni Sessanta ha reso questo borgo noto in tutta Italia è quella legata alla figura del cavalier Silvio Giorgetti, estroso forlivese (scomparso nel 2008) amico dei vip, amante della canzone italiana e della musica, come occasione di aggregazione sociale. Un giorno dell’estate del 1964, seduto in un bar a Milano Marittima, si inventò un sogno così grande da sconfinare nell’utopia: il Villaggio del Cantante a Valdazze.

Giorgetti aveva acquistato qualche anno prima un terreno in questo piccolo lembo di Appennino. Stregato dalla magia di questo luogo, un giorno ne parlò ad un amico, il cantautore Gianni Meccia, convincendolo a partire per un sopralluogo a Valdazze. Anche Meccia, arrivato in paese, rimase folgorato. Tanto da avere un’idea. Anzi, l’idea: “Se mi regali un lotto io qua ci costruisco uno chalet”, disse a  Giorgetti. E per il cavaliere si aprì un mondo. Tramite i suoi contatti con il mondo dello spettacolo, iniziò a offrire in regalo il terreno a cantanti e ad amici. Unico obbligo: costruire una villetta entro due anni, pena la decadenza dell’accordo. Coinvolse ‘Checco’ Marsella dei Giganti, Bobby Solo, Jimmy Fontana, Al Bano e Romina Power, Paolo Mengoli, Pippo Baudo e molti altri ancora.
Nasceva così il Villaggio del Cantante, progetto ambizioso e di grande interesse turistico, che tuttavia non prese mai piede, in quanto le amministrazioni locali, ai tempi, non furono abbastanza lungimiranti.

Le case, da sole, non bastavano, c’era bisogno di servizi e di infrastrutture. Inoltre mancavano i turisti: da qui lo stratagemma di Giorgetti, che di notte se ne andava in giro con la sua Mercedes bianca e con il baule carico di bidoni di vernice, a scrivere la parola ‘Valdazze’ sui muri degli svincoli delle principali assi stradali in Romagna.
Chiunque, almeno una volta nella vita, passando da questi luoghi ha visto quella pennellata intrisa di mistero. Indicava la strada verso un sogno. E poco importa che il progetto non sia mai decollato. Che i vip si sian<o fatti presto di nebbia e che oggi Valdazze non sia il Villaggio del Cantante, bensì un paesino dimenticato dove restano attivi un albergo-ristorante, una chiesetta, un paio di negozi e una serie di case private.
Quel nome è custode di una grande verità: i sogni, nella vita, vanno inseguiti.

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