A favore delle riforme profonde che ha intrapreso, il Marocco è un paese stabile che dimostra un bel esempio di sviluppo al mondo, ha affermato, sabato scorso a Dakhla, il reverendo Jesse Jackson, Capo religioso e dei diritti civici americano, in occasione della sua partecipazione 27esimo Forum Grans Montana.
“Grazie alla leadership di Sua maestà il Re Mohammed VI, il Marocco ha dato prova di stabilità, di crescita e d’inclusione, in una regione rovesciata dalla primavera araba”, ha sottolineato.
“È sempre bene di venire in Marocco, uno dei più grandi centri del mondo. Questo paese è allo stesso tempo africano, arabo ed europeo”, ha detto evocando la sua partecipazione al Forum Grans Montana FCM, tenutasi sotto il tema: “L’Africa e la cooperazione Sud-Sud: una migliore gouvenance per uno sviluppo economico e sociale duraturo”, il reverendo Jackson ha assicurato che “c’è una causa comune che attira la gente di riunirsi in Marocco”.“L’Africa sta avendo una nuova immagine di marca, non soltanto quella delle crisi e della guerra, ma anche quella delle economie alla crescita la più rapida del mondo”, ha messo in risalto.
L’ex candidato ai primari democratici per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti negli anni 80 non ha trascurato di salutare lo slancio di sviluppo in corso nelle province del Sud del Marocco, ed in particolare a Dakhla. “Dakhla è un fiore che si fiorisce nel deserto”, ha riassunto emettendo il desiderio di vedere la questione di Sahara trovare un’uscita “con il dialogo e la diplomazia”. “Spero che i conflitti possano essere risolti non con la violenza ma con la diplomazia. Questa crisi deve essere risolta ed essa può esserla”, ha detto, sottolineando che “tutti hanno interesse a ciò che la pace continua a regnare nella regione”.
Il reverendo Jesse Jackson, d’altra parte, ha detto di sperare che i propositi del segretario generale dell’ONU, Ban-Ki-moon, durante la sua recente visita nei campi di Tindouf in Algeria, (descrivendo Sahara marocchino di “occupato” dal Marocco), siano “un errore”. “Spero che sia un errore. Abbiamo bisogno dell’ONU che sia una forza di riconciliazione. Non scegliere una parte ma di riconciliare le parti”, ha dichiarato questo ex compagno di lotta di Martin Luther King parlando del conflitto imposto dall’Algeria sul Sahara Marocchino.