Mete Onlus (presieduta da Giorgia Butera), e “Protea, Associazione per la Tutela dei Diritti dell’Uomo, Italia” (presieduta da Sara Baresi) sono due associazioni italiane impegnate nella difesa e tutela dei diritti umani nel contesto internazionale, come nel caso riguardante la condizione di chi vive nei Campi di Tindouf (Algeria).
Le denunce delle due Associazioni italiane sono avvenute, anche, in diverse sessioni del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
E’ notizia di questi giorni che il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, ha rinunciato ad andare in Spagna per il prossimo fine settimana, dove era prevista la sua partecipazione all’interno di una Conferenza organizzata da associazioni che sostengono il Polisario.
La motivazione della non partecipazione, secondo una fonte ben informata nei Campi di Tindouf, dipenderebbe da una sentenza pronunciata in Spagna, infatti, la più alta Corte Penale in Spagna ha deciso la riapertura di un procedimento penale per “genocidio e crimini contro l’umanità” contro Barhim Ghali.
Ghali è una delle persone più perseguitate dalla giustizia spagnola per “crimini contro l’umanità”, dopo la denuncia presentata nel 2007.
Il leader del Fronte Polisario è stato convocato a comparire in Tribunale 19 Novembre corrente come un imputato, dopo che, il giudice del National Hearing, José de la Mata, è venuto a conoscenza dell’intenzione del leader di recarsi in Spagna per partecipare alla Conferenza internazionale di sostegno e solidarietà con il popolo Saharawi (EUCOCO).
Secondo la denuncia, il genocidio del Fronte Polisario è stata “una campagna per eliminare le élite saharawi di origine spagnola con l’intenzione di rompere i legami tra le diverse tribù e le loro autorità naturali, al fine di ottenere un controllo più diretto ed efficace su tutti i profughi saharawi nei loro campi”.
Una delle vittime indicò l’allora Ministro della difesa, Brahim Ghali, come uno dei suoi aguzzini durante la sua prigionia in un carcere segreto.
Palermo, 18 Novembre 2016