Il gruppo – composto non solo da ferraresi ma anche da persone provenienti da altre province, arrivate a Ferrara apposta per partecipare a questo insolito tour – è stato accolto dal direttore Paolo Malato e accompagnato attraverso le varie aree verdi dal comandante capo della polizia penitenziaria, Annalisa Gadaleta, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa: «è un’occasione formativa per tutti, sia per i detenuti che giustamente sono orgogliosi di poter far vedere quanto si stanno impegnando, sia per la società civile che ha l’opportunità di conoscere più da vicino questa realtà tanto particolare, che spesso si tende a dimenticare».
Don Domenico Bedin – presidente dell’associazione Viale K, che coordina la gestione del GaleOrto – ha illustrato la genesi del progetto e lanciato alcune proposte per il futuro: «in prospettiva sarebbe bello attrezzare un laboratorio per la trasformazione degli alimenti, quindi utilizzare per esempio le zucche violine per produrre dei cappellacci, fare in modo che questa esperienza diventi un vero e proprio lavoro».
Licia Vignotto, coordinatrice di Interno Verde, ha spiegato come è nata l’idea di chiedere alla casa circondariale di partecipare al festival: «quando si pensa agli orti segreti di Ferrara il pensiero corre immediatamente ai conventi e ai monasteri di clausura, a una tradizione antichissima di silenzio e contemplazione mistica. In realtà l’orto più inaccessibile della città è decisamente più giovane e rumoroso, è coltivato da uomini italiani e stranieri che tra una vanga e un filare di pomodori cercano la socialità e la manualità schietta a cui forse non sono più abituati, in una parola la normalità. L’obiettivo di Interno Verde è favorire, attraverso la meraviglia suscitata dal giardino, una socialità spontanea e vicina, un’atmosfera inclusiva, di scambio e condivisione. In quest’ottica l’apertura del GaleOrto ci è sembrato potesse rappresentare un segnale importante per la comunità».
Interno Verde è patrocinato dal Mibact, da Ibc Emilia-Romagna, dal Comune e dall’Università degli Studi di Ferrara, con l’adesione dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.