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Rubano ostie consacrate nella chiesetta dell’ospedale di Monte Sant’Angelo. Minori sotto indagine

[Panoramica di Monte Sant’Angelo – lo storico quartiere Junno]
La notizia è stata resa nota con un comunicato stampa del Vescovo Mons. Luigi Renna, Amministratore Apostolico della diocesi cui fa parte Monte Sant’Angelo. Si tratterebbe di un furto definito “sacrilego” per la sottrazione di ostie consacrate nella cappella dell’ospedale del centro garganico.
Sul caso stanno indagando i Carabinieri della stazione di Monte Sant’Angelo che hanno acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza. Secondo le informazioni ricevute parrebbe che i militari dell’Arma avrebbero individuato i “sacrileghi”. Si tratterebbero di alcuni ragazzi minorenni del luogo. Non si conosce la matrice dell’atto condannato dalla Chiesa come “sacrilego”. Il gesto ha indignato tutta la comunità montanara. Al momento non è possibile ricondurre il gesto ad azioni che farebbero pensare a sette sataniche o a una bravata, spesso emulata per dar seguito ad alcuni discussi giochi online dove giovani s’incontrano virtualmente e si contendono premi spesso di natura religiosa.
Don Domenico Facciorusso, parroco di Monte Sant’Angelo, commenta così il gesto:
«Siamo chiamati a pregare con la vita e a essere vigilanti. “Quando un uomo forte – ricorda Gesù nel Vangelo- bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro”. Noto in giro aggressività, tristezza, rabbia, vanagloria e tanta solitudine. Forse c’è un po’ di deriva morale, alcune volte mascherata di buone intenzioni. Il bene, che pure da più parti si cerca di far emergere, sembra non alimentare la speranza. Bisogna fare la guardia al proprio palazzo interiore, stringerci con i sacramenti e la vita al Signore. Unica nostra forza anche davanti a questi vili atti sacrileghi».
Anche il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo, ha voluto esprimere il suo rammarico per l’atto definito “oltraggioso, criminale, indegno”.
«Esprimo sdegno e rammarico per un gesto terribile che ha coinvolto la Chiesetta del nostro Presidio sanitario –commenta d’Arienzo-. Un luogo sacro, il luogo della consolazione per i malati e i famigliari che spesso si rifugiano in quella chiesetta per trovare conforto. Mi auguro che presto i responsabili vengano assicurati alla giustizia e puniti. Siamo stanchi di voi, siamo stanchi di questi atteggiamenti oltraggiosi, criminali, indegni».
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