
Parlamento Europeo David Sassoli, Pd, sarà domenica piazza Martiri delle Fosse Ardeatine, alle pendici di Monte Sole, nel 75° anniversario del massacro nazifascista. Occasione per ricordare uno degli eccidi più atroci della Seconda guerra mondiale, in cui morirono 955 persone. Ma anche per rispondere all’indignazione della sindaca Valentina Cuppi e del consiglio comunale di Marzabotto, che nei giorni scorsi hanno scritto lettera alla Ue per contestare la risoluzione del parlamento europeo “Memoria comune per il futuro dell’Europa”, che equipara nazismo e comunismo, votata per giunta anche dall’Spd. «Io credo che le istituzioni vadano non solo rispettate, come è ovvio, ma anche criticate, quando occorre- annuisce Sassoli – Per questo credo che il richiamo della sindaca Cuppi sia utile anche al Parlamento Europeo».
Presidente, lei non ha votato la risoluzione Ue che mette sullo stesso piano tutti i sistemi totalitari, e che ha provocato proteste anche a Bologna, con raid vandalici nei circoli Pd. Cosa pensa di quel documento?
«Gli atti vandalici contro il Pd non sono tollerabili e li condanno fermamente. Detto
questo, sulla risoluzione, io penso che affiancare il nazismo al comunismo sia una
operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta. E se riferita alla
Seconda guerra mondiale penso che rischi oltretutto di mettere sullo stesso piano
vittime e carnefici».
Lo spiegherà a Marzabotto, durante la sua visita di domenica in ricordo dell’eccidio?
«Si, sarò lì domenica mattina e ne parlerò. E lo farò in un luogo che non smette mai di
interrogare la nostra coscienza, perché penso che abbiamo la necessità di conservare la
memoria e di ribadire che la nostra libertà e i nostri sistemi democratici sono il frutto di
battaglie che hanno visto il sacrificio anche di formazioni partigiane e comuniste, oltre al
grande valore dell’Armata Rossa. Se l’Europa non fosse stata liberata dal nazifascismo, non
avremmo potuto scrivere la storia dell’unità dell’Unione Europea. Quello approvato è un testo confuso, perché la storia dei partiti comunisti in Europa non è direttamente assimilabile
all’esperienza dei regimi nati nei paesi del Patto di Varsavia. Il Pci poi, in Italia, è stato
protagonista della Resistenza, della rinascita democratica e del consolidamento delle nostre
istituzioni».
Il Pd di Bologna ha fatto un appello al parlamento Ue a modificare la risoluzione. Si
farà?
«Il testo della risoluzione non è impegnativo, si tratta di una dichiarazione e potrà esserci
l’occasione di fare valutazioni più accurate e meno frettolose. Anche perché la storia non la
scrivono le maggioranze o i parlamenti».
Lei sarà Marzabotto in un periodo in cui anche in Emilia Romagna l’estrema destra
sembra più forte, e certi gesti sembrano troppo facilmente sdoganati. Pensa esista un
pericolo per la democrazia, persino a queste latitudini?
«É il contesto quello cui va prestata attenzione. E il contesto in questo momento è quello di
forze neofasciste e naziste che sono tornate ad alzare la testa. Non bisogna abbassare la
guardia, perché la democrazia e la libertà, non bisogna dimenticarlo, non sono mai date una
volta per sempre. Dunque serve sempre essere vigilanti».
Lei arriva anche in un periodo di grandi polemiche a Bologna. I tortellini “accoglienti”
con ripieno di pollo che verranno serviti alla festa di San Petronio, venerdì a pranzo,
hanno provocato le proteste della Lega e dei sovranisti. Lei intanto li mangerebbe?
«Beh, diciamo che io il brodo di pollo lo mangio sempre. É buonissimo peraltro e io lo so
bene, visto che mia nonna era di Nonantola».
Qui parliamo del ripieno però…
«Si, ma anche il brodo è di pollo. Quella della Curia di Bologna, guidata dal vescovo Matteo
Zuppi, che presto sarà cardinale, è una grande idea, perché ha il pregio di mettere tutti a
proprio agio. Consente a tutti di sedere a tavola. E per questo è accogliente. E comunque
posso garantire che in tanti Paesi d’Europa un piatto di tortellini, anche con il pollo, nessuno
si sognerebbe mai di rifiutarlo».