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Ema Stokholma e la violenza contro le donne

La dj e conduttrice radiofonica: “Per i bambini dobbiamo ancora fare qualcosa”

“Mi sono sempre vergognata tanto della mia voce, non ho mai pensato di utilizzarla come un mezzo di lavoro e quando ho scoperto che questo mio ‘difetto’ poteva essere un pregio per la riconoscibilità, mi si è aperto un mondo. Ho scoperto – innanzitutto – che noi delle volte ci facciamo problemi inutili e pensiamo che una cosa non vada bene, mentre altri la apprezzano e poi il lavoro di speaker radiofonica è un lavoro fantastico, per me è una fortuna poter fare radio, lavorare con la musica ed imparare così tante cose”. Così Ema Stokholma parla del suo rapporto con la radio, ai microfoni di Radio Rock, ospite del conduttore Boris Sollazzo, al quale confessa: “Avevo un po’ esaurito, dopo tanti anni, il mio lavoro da dj, quindi la radio mi ha dato un grande stimolo e, in questo periodo di lockdown, mi ha salvato, perchè è stato un modo per uscire di casa e non sentirmi sola. Gino mi insegna tante cose, è una persona di grande ispirazione, molto divertente – dice riferendosi al collega, il giornalista e critico musicale, Gino Castaldo – ho trovato in lui un grandissimo amico”.

Ema Stokholma: a fine carriera

Poi torna a parlare del suo lavoro da dj: “Mi sento un po’ a fine carriera, lo farò sempre quando ci saranno delle situazioni che mi piacciono. Non mi sentivo più a mio agio in alcuni ambienti perchè ho 36 anni ed è difficile stare al passo con i giovani. Avevo in mente da qualche tempo di smettere. Se suoni la musica elettro-commerciale sei costretto ad aggiornarti sempre, devi fare ad esempio i remix di Sfera Ebbasta, devi essere molto aggiornato sulle novità e devi trovare i pezzi che piacciono ai più giovani, mentre invece se tu suoni tecno o house sono generi senza tempo. Ho dovuto annullare delle date con il mio manager. Non è il momento per divertirsi, se dobbiamo evitare di ballare per qualche mese, evitiamo”, afferma, commentando la decisione del governo di chiudere le discoteche: “Lo so che c’è un settore in difficoltà, ma se possiamo aspettare qualche mese per andare a ballare e divertirci, è meglio. Dire che è colpa dei giovani non ha senso. Ci troviamo in uno stato emergenziale, non è mai successo nulla di simile e speriamo non succeda più“.

Il 29 Agosto Ema Stokholma presenterà il suo libro autobiografico “Per il mio bene” all’ottava edizione di Passaggi Festival della Saggistica, il più grande evento estivo italiano dedicato al libro diretto da Giovanni Belfiori che si terrà a Fano dal 26 al 30 agosto. A Radio Rock confessa quando è scattato il lei il desiderio di raccontarsi: “C’è stato un momento in cui ho detto basta, ed è stato quel giorno che ho letto la notizia di un bambino di 9 anni, della provincia di Napoli, per mano del patrigno. A sconvolgermi soprattutto i commenti delle persone, perchè se vai oltre la rabbia, comprendi che c’è un grandissimo disagio in tante famiglie, il disagio che ho vissuto io e c’è anche un senso di omertà. Se vediamo un bambino con dei lividi, bisogna fare qualcosa. Contro la violenza sulle donne abbiamo fatto grandi passi avanti, per i bambini dobbiamo ancora fare qualcosa”. Infine racconta: “Molti non hanno creduto alla mia storia, mi hanno detto non è possibile che io abbia realmente vissuto queste cose. Queste cose succedono. È successo fino a pochi giorni fa con la morte di un bambino di 21 mesi. Io ho voluto raccontare la mia storia perchè storie come la mia sono reali e noi non le vediamo. Quindi va bene la rabbia, ma dopo lo sfogo ragioniamo. Mia madre forse poteva essere aiutata e aiutando mia madre avrebbero aiutato anche me e mio fratello. Se il sistema non riesce sempre a fare la sua parte noi come cittadini dobbiamo riuscirci”.

Grazie a questo libro “mi sono sentita utile. Tante persone mi hanno scritto, mi hanno raccontato la loro storia. Anche molti genitori mi hanno contattata dicendomi che leggendo il mio libro hanno compreso i loro errori e questa è la cosa più bella che mi può scrivere un genitore. A Passaggi Festival racconterò tutto questo e parlerò con le persone del pubblico, cercando di essere più sincera possibile”. 

La dj e conduttrice radiofonica: “Per i bambini dobbiamo ancora fare qualcosa”

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