NON LASCIAMO SOLA LA POPOLAZIONE #SAHARAWI SEQUESTRATA NEI CAMPI ALGERINI
Il diritto alla pace e alla libertà della popolazione dei campi di Tindouf in Algeria detta Saharawi anche se non sono mai intervistata, identificata e registrata dall’HCR è sempre in pericolo.
Dopo 45 anni dalla deportazione e sequestro sul territorio algerino, e dopo 29 anni dal cessate-il-fuoco si sono riaperte le ostilità da parte del gruppo Polisario basato in Algeria con un blocco della strada internazionale che collega Marocco alla Mauritania nel valico Guergarat.
Davanti ai ripetuti e vani richiami, per liberare la strada dalle bande armate, richiami indirizzati dall’ONU ai separatisti del Polisario mandati dall’esercito algerino, il banditismo del Polisario diventato arrogante mettendo in pericolo la vita dei viaggiatori e merci per oltre due settimane.
Si dice in Toscana “la pazienza ha limiti” e così il Marocco non aveva un’altra scelta dopo aver segnalato il caso all’ONU ha reagito come fanno tutti i paesi sovrani: le Forze Armate Reali (FAR) sono intervenute in modo professionale e pacifico senza contatto con gli elementi delle bande (60 persone) costruendo un cordone e hanno ripristinato la situazione in 34 minuti con zero morti e zero feriti. E così le bande hanno bruciato le loro tende e hanno abbandonato la zona.
Ora il flusso stradale rientrato alla normalità, i lavori sono in corso per ricostruire le strade danneggiate dai vandali del Polisario. Regna il calmo e i conducenti marocchini e stranieri sono molto soddisfatti.
I veri Saharawi dei campi che rappresentano una minoranza nei campi per noi sono per sempre sono nostri fratelli marocchini, è il momento per ritornare alla Patria. Per le altre persone di origini algerine, maliane, mauritane e del resto d’Africa sono nell’imbarazzo e dovrebbero avere risposte risolutive dall’Algeria e dai rispettivi paesi di provenienza.
Per questo ci uniamo all’appello delle tante associazioni, da sempre impegnate nelle iniziative di dialogo, solidarietà e cooperazione, affinché le istituzioni, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’Europa, si attivino subito affinchè le bande non mettono più piede a Guergarat e nelle zone vietate dall’ONU per la circolazione secondo l’accordo del cessate-il-fuoco siglato separatamente dal Marocco e dal gruppo Polisario con la missione dell’ONU.
Lo dobbiamo a una popolazione che da decenni vive in campi algerini senza carta di rifugiato HCR, senza identificazione, senza diritto di lavoro, sanità, giustizia, proprietà, espressione.. quella popolazione diventata una risorsa economica preziosa per il Polisario nel dirottamento degli aiuti umanitari internazionali e per Algeria che pretende 5% dagli stessi aiuti concessi generosamente anche dall’Italia. L’UE è allarmata.
Alcuni “volontari” in Italia teleguidati d’Algeri, dopo la chiusura del rubinetto renditizioso in nome del finto “popolo saharawi”, si trovano in difficoltà economica aggravata anche dal Covid-19. Ma ora stanno chiedendo soldi per inutili progetti nei campi.
Lo dobbiamo inoltre ai tanti bambini dei campi detti “Saharawi” che da anni portati durante l’estate ai nostri comuni, nella nostra regione in una flagrante strumentalizzazione politica proprio come sono usati nei campi come Bimbo Soldato purtroppo.
Chiediamo all’Algeria di bloccare i miliziani armati e le bande criminali di non mettere più piede in queste zone per una pace duratura, che potrà concretizzarsi solo attraverso il rispetto dell’ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Altrimenti le Forze Armate Reali del Marocco saranno costrette a difendersi e contrastare ogni invasione o attività in questi territori.
Chiediamo all’Algeria di mettersi a fianco del Marocco e degli altri paesi di questa popolazione e con l’ONU per disarmare le milizie del Polisario, rimpatriare tutti e smantellare i campi definitivamente.
(Foto di un comizio nella vera città Laayoune in Sahara di un partito politico durante la campagna elettorale legislativa)
Primi firmatari
Federazione Africana in Toscana (FAT), la Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI), lo Spazio Marocchino Italiano per la Solidarietà (SMIS), il Forum Italo Marocchino per le Relazioni Bilaterali, La Solidarietà Italo-Marocchina per lo Sviluppo e la Partecipazione (S.I.M.S.P.), Euromed Ability Onlus, Daawa.Odv,