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Fiori di loto, la romantica leggenda di Mantova

I fiori di loto simboleggiano la purezza e la realizzazione di sé. A Mantova, la leggenda li lega ad una sfortunata storia d’amore.

I fiori di loto a Mantova


Il Mincio, a Mantova, è abbellito da delicati fiori di loto. La leggenda li lega ad una triste storia d’amore.

Si racconta che una coppia si trovasse nei pressi del fiume. Sfortunatamente, la giovane orientale cadde nelle acque annegando. Il compagno, non sopportando di vivere senza lei, decise di morire allo stesso modo. E, per ricordare in eterno la bellezza della sua amata, gettò nel Mincio dei semi di fiori di loto, bellissimi e profumati. Subito dopo anche lui cercò la morte nel fiume.

In città, la presenza di questi bellissimi boccioli di loto risalirebbe al XX secolo. Sarebbe stata la professoressa  Anna Maria Pellegreffi nel 1921 ad introdurre la loro coltivazione, col tentativo di  usarne i rizomi a scopi alimentari.

Storia e simbologia


Nella cultura orientale, questi eleganti fiori simbolo di elevatezza spirituale, purezza e di conoscenza di sé. Rappresentano la resilienza, la capacità di adattarsi e di superare le difficoltà.

Infatti, i fiori di loto crescono nei fiumi e nei laghi con fondali melmosi e fioriscono durante la stagione calda. Il fango col quale i semi vengono a contatto non intacca la bellezza di queste corolle profumate e colorate.
La loro bellezza è completa perchè le corolle sono sostenute da foglie grandi e di un verde intenso.

Il fior di loto è conosciuto sin dai tempi più remoti ed era già apprezzato dagli antichi egizi ed è citato nell’Odissea. Ulisse, dopo aver lasciato la Grecia, approda nel Paese dei Latofagi.

Il termine latofago fa riferimento all’usanza, secondo Omero, di mangiare i fiori di loto che, effettivamente, sono commestibili. Questo cibo esotico si rivelerà dolcissimo e in grado di cancellare i ricordi.

Secondo gli esperti, il luogo descritto da Omero si troverebbe in Tunisia e corrisponderebbe all’isola di Djerba. Questa pianta acquatica è largamente impiegata per l’alimentazione e la medicina popolare per esempio per combattere la febbre e la tosse.

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