Furti di sabbia: una tradizione del turismo in Sardegna

Ogni anno i controlli delle forze dell’ordine, specie in aeroporto, mettono in luce una cattiva abitudine di chi viene in vacanza in Sardegna: i furti di sabbia.

Bottiglie di plastica di ogni tipo, sacchetti di plastica, barattoli in vetro. Sono tanti i contenitori utilizzati ogni anno da turisti ingenui (e non) che pensano di portarsi a casa un po’ di Sardegna prelevando la sabbia delle sue splendide spiagge.
Tuttavia, un simile gesto non è consentito a norma di legge e soprattutto rappresenta un atto egoista che compromette fragili ecosistemi. Esploriamo un tema che ogni estate diviene attuale.
Furti di sabbia: cosa dice la legge regionale
In Sardegna nel 2017 è entrata in vigore una legge ad hoc che punisce i ladri di sabbia, tutelando la salute dei litorali dell’isola. Nella Legge Regionale 28 luglio 2017, n. 16 è stabilito che “chi asporta, detiene, vende anche piccole quantità di sabbia, ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal litorale o dal mare in assenza di autorizzazione è soggetto alla sanzione amministrativa da 500 a 3.000 euro”.
Azioni di sensibilizzazione contro i furti di sabbia
Nel 2021, per combattere questo fenomeno, la Regione Sardegna ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Portala nel cuore”. Attraverso tesimonial come la comica Geppi Cucciari, il cestista Gigi Datome e l’attrice e modella Caterina Murino, si è cercato di diffondere la comprensione dell’errore di rubare la sabbia dalle spiagge sarde.
Inoltre in tanti litorali sono posti cartelli di segnalazione del divieto di furto di sabbia, con annesso avvertimento sulle eventuali multe.
Da anni è poi nata la pagina Facebook “Sardegna Rubata e Depredata“, che aggiorna continuamente sugli ultimi sequestri effettuati nell’isola.
Il bilancio del 2021
Secondo il report dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, nel 2021 in Sardegna sono stati recuperati più di 131 Kg di sabbia, nonché molte conchiglie e ciottoli.
I controlli sono stati effettuati negli aeroporti di Elmas (Cagliari), Olbia e Alghero. Nello scalo cagliaritano hanno portato alla scoperta di 5.341 pezzi tra conchiglie e ciottoli e 31 Kg di sabbia a fronte di 22 sequestri, mentre presso gli scali di Alghero e Olbia sono stati scoperti oltre 100 Kg tra sabbia, ciottoli e conchiglie a fronte di 39 sequestri.
Come si può intuire, essendoci controlli solo agli aeroporti, i furti di sabbia rimangono molto semplici per chi viaggia con la propria macchina e si imbarca in nave.
Le spiagge più depredate
La Spiaggia Rosa di Budelli
Il caso più noto e indignante di furto di sabbia in Sardegna è rappresentato sicuramente dalla Spiaggia Rosa di Budelli, una delle paradisiache isole dell’Arcipelago di La Maddalena. Per tanti anni l’accesso a questo spettacolo naturale era rimasto libero e sregolato, e in molti nel tempo hanno rubato la rara sabbia rosa, portando alla sua quasi completa sparizione.
Nel 1989 il modenese Mauro Morandi divenne il “custode” dell’isola, e nel 1994 (anno di istituzione del parco) furono vietati l’accesso, il transito, la sosta e la balneazione. Morandi ha lasciato l’isola nel 2021, “sfrattato” dall’amministrazione dell’arcipelago per poter ristrutturare il rudere dove viveva.
Mari Ermi, Is Arutas, Maimoni
Altra “Mecca” per i ladri di sabbia è senza dubbio il tratto di costa del Sinis, in provincia di Oristano, che va dalla spiaggia di Mari Ermi a quella di Maimoni, passando per Is Arutas.
Ogni anno i controlli aeroportuali portano al continuo ritrovamento di bottiglie, sacchi e sacchetti contenenti i preziosi granelli di quarzo che compongono il bagnasciuga di queste spiagge. Nel 2020 ad is Arutas erano stati riportati ben 600 Kg di granelli rubati, mentre nel 2022 finora ne sono tornati a casa 250 Kg.