Domenica 23 luglio, l’Italia ,per merito del Governo di Giorgia Meloni, ospita un vertice sulle migrazioni dove protagonisti saranno i paesi africani. Un modo per fare ritornare protagonista l’Italia nel Mediterraneo.
Occorre però precisare che tra gli invitati vi saranno Nazioni virtuose ed altre, che possiamo definire meno pro attive nella gestione delle migrazioni.
Sicuramente, tra le prime, possiamo citare il Marocco, che ha superato la fase emergenziale dell’emigrazione dall’Africa centrale e meridionale attraverso tre assi portanti. Il primo, fatto di accordi con Nazioni confinanti come la Spagna, il secondo asse con il considerare gli immigrati come cittadini con pari diritti e creando per coloro che vogliono stabilirsi nel Regno un percorso di cittadinanza ed integrazioni che non ha eguali. Il terzo asse è ancora più importante. Infatti, il Marocco a partire dall’emergenza pandemica, ha intensificato i rapporti con le Nazioni dell’ Africa centrale e subsahariana per sviluppare progetti di crescita economica di quelle Nazioni .
Tutto questo rappresenta un modello di sviluppo sostenibile per l’Africa , nettamente in contrasto con alcune Nazioni vicine, dove le stesse ONG hanno denunciato la violazione dei più basilari diritti degli immigrati.
In Algeria anche strutture della charitas sono state chiuse, e sussiste ancora la questione dei popoli che vivono a Timduf abbandonati, di fatto nel deserto.
Difronte a questa situazione il Governo italiano potrebbe fare pressione sulla Algeria per una politica nuova nei confronti dei migranti ed allo stesso tempo rafforzare gli accordi con il Marocco per sviluppare assieme il modello marocchino di gestione dell’immigrazione in Africa.
Marco Baratto