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Il lupo di mare Nicolò Todoli realizza un sogno. Cervia – Trapani con “Penelope”

È una “vecchia” graditissima conoscenza, fatta l’anno scorso in occasione della sua traversata adriatica con tappa e sbarco sul Gargano. In quell’occasione lo intervistai e con piacevole amicizia rimasi in contatto per le sue prossime avventure in mare. E così è stato.

Oggi l’ho ricontattato. Avrei voluto farlo quando si fermò a Rodi Garganico, nel mese di aprile c.a., giorno 24, e poi alle Isole Tremiti, ma il tempo fu tiranno e lo lascia salpare con la sua “Penelope” verso mari e porti nuovi, come era nel suo programma.

Dunque, Nicolò Todoli, per tutti Nick, 24enne ormeggiatore specializzato di professione, ha concluso la traversata. Da Cervia, paese in cui vive, a Trapani. Miglia di mare in solitudine, sulla storica imbarcazione a vela “Penelope”, appartenuta a Simone Bianchetti e poi comperata da Nick e fatta salpare in suo onore e ricordo.

Nick, lupo di mare, con la sua pluri-decennale esperienza e professionalità in campo veliero, ad ogni porto che lo ospitava ha consegnato una confezione delle Saline di Cervia, un omaggio come segno di gratitudine e ricordo dell’esperienza vissuta.

A Trapani è giunto lo scorso giovedì pomeriggio e subito è stato accolto con fraterna amicizia. Una traversata non facile ma gradevolmente avventurosa e ricca di emozioni, che in Nick rimarranno e saranno sprone per prossime vacanze. E sì, perché per lui è una vacanza esser in mare con Penelope, piacevolmente dondolato e anche strattonato dalle onde. Tutto in solitaria, come ama fare. Un tragitto di tutto rispetto quello di quest’anno, che lo ha visto baciare le coste dell’Adriatico lungo tutta la fascia costiera, giungendo al Mar Ionio, costeggiando la lunga Calabria, per poi far rotta verso l’aperto Mediterraneo, per approdare in Sicilia, prima a Palermo e poi nel suo estremo porto, Trapani.

Saline di Cervia il comune denominatore delle sue tappe. Quindici sacchetti, uno per porto, di quel sale tanto prezioso quanto segno di gratitudine, che contraddistingue un territorio e chi lo dona. In cambio ha ricevuto, in ogni luogo da lui visitato, innanzitutto amicizia, poi socialità nelle attività locali, dedicandosi in prima persona. A Crotone ha dato dimostrazione del suo dinamico saper fare con il kite surf, dopo aver sostato a Brindisi per avverse condizioni climatiche. Ma il momento più rilassante, se posso dirlo e senza esser di parte, lo ha trascorso tra Rodi Garganico e Isole Tremiti, ben due mesi di relax e relazioni sociali.

Alla domanda, consueta ma mai ordinaria, “Com’è stata questa avventura con Penelope? La risposta è stata ben diversa dalla precedente di un anno fa, quando fu quasi tutte rose e fiori. Il clima, pazzerello, di questa estate, seppur dalle temperature torride, non ha risparmiato giorni da burrasche, che in alto mare moltiplicano effetti e pericoli.

«Fino al Gargano e poi da Crotone tutto bene. Il tempo ha tenuto. Ma da lì ho avuto la corrente a sfavore, trascorrendo notti con cinque nodi di corrente contraria. Sembrava di stare fermi. Sono anche finito in un gorgo, tant’è che la barca mi si è inclinata, come quando prendi una forte raffica di vento», Nick ha inizialmente risposto, proseguendo come un fiume in piena, sua caratteristica quando racconta delle sue avventure: «Francamente non so de rifarlo se dovessi ripetere di notte la traversata nello Stretto di Messina. Da lì, superato lo Stretto, ho navigato fino a Palermo, per 250 miglia e quasi tre giorni di navigazione ininterrotta. Mi son concesso un po’ di riposo, per riprendere le forze, dormendo circa 30 minuti per volta, secondo il meteo, per approdare a Trapani. C’ero quasi. Ma poco prima di entrare nel porto di San Vito lo Capo è arrivata dal cielo una colonna d’acqua. Mai vista una cosa del genere. C’era talmente tanta acqua che il faro verde di ingresso del porto l’ho visto quando ero a soli 50 metri. Poi un fulmine con una botta fortissima mi ha fatto sobbalzare. Ho pensato: cavolo, ma io sono tutto bagnato su una barca di legno, e se mi cade giù un fulmine? Giovedì 24 ottobre, finalmente son giunto a Trapani. Ora sto riposando».

Il lupo di mare, come si comprende, sta riprendendo le forze per la traversata del ritorno nella sua Cervia. Sta dall’altra parte della penisola: come farà?

«Mi piacerebbe ritornare a casa, nella mia Cervia, in Romagna, risalendo il Tirreno fino a Savona, completare il giro dove Simone è morto. Un mio pensiero che mi accompagna lungo le traversate con Penelope, la sua barca a vela. Non sarà facile».

Tuttavia, se giunto il Liguria, no chiesto: come arrivare nell’Adriatico via terra ferma? «Sto pensando al trasporto della barca per riportarla a Cervia. Vedremo».

Per la cronaca. Nick Tod (Todoli all’anagrafe) naviga, come avrete già compreso, su una storica barca a vela, con albero maestro classico, randa e fiocco, tutta in legno varata nel 1959, un cimelio storico con cui pochi avrebbero il coraggio di attraversare i mari, appartenuta a Simone Bianchetti, classe 1968, anch’egli di Cervia del 1968, che nel 2003 completò l’Around Alone, quel giro del mondo in solitario a tappe, piazzandosi terzo. Dopo, purtroppo mancò improvvisamente per un malore. Tra i velisti in solitario è un mito e la sua Penelope un cimelio prezioso che ha bisogno del mare, perché una barca senza mare non serve e vale nulla. 

[in foto Simone Bianchetti]

Penelope è un’imbarcazione a vela, lunga 6,20 metri e pesa 1,5 tonnellate. Per facilitare l’utilizzo di energia per la strumentazione, Nicolò le ha montato dei pannelli fotovoltaici, oltre che per avere una certa autonomia a motore in caso di emergenza. Ricordo che Nick viaggia in solitario. Inoltre, ha aggiunto taniche per altri 50 litri di carburante ai 36 litri del serbatoio, un fuoribordo Yamaha da 6 cavalli che va a miscela.

A Nicolò va tutta la mia gratitudine per avermi concesso del tempo.

Buon vento, Nicolò, anzi Nick Tod.

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